Caffè
con il direttore
L'Italia
di Lufthansa

di Remo Vangelista
02/12/2013
12:04

Occhi di ghiaccio. Thomas Eggert, direttore generale Lufthansa per il mercato italiano, non si sottrae alle domande ma prende tempo prima delle risposte. Vuole rallentare il ritmo e intanto con lo sguardo prova a capire.

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Prima o poi la domanda sul flop di Lufthansa Italia deve arrivare. Meglio togliersi subito il problema.

Allora direttore vogliamo parlarne di Lufhansa Italia?
Ma è una storia vecchia.

Forse, ma non avete mai chiarito bene.
Ma non ci sono segreti. È finita perché non si poteva proseguire con risultati di quel tipo.

Per un attimo avete pensato di farcela?
Ci fu un grande sforzo commerciale da parte della compagnia, questo va senz'altro rimarcato. Vendere l'Europa da Milano Malpensa non è così facile.

Forse i clienti non hanno ben capito l'operazione?
Può darsi. Noi sappiamo che venne fatto uno sforzo enorme da parte della struttura per sostenere il progetto. Comunque l'Italia resta uno dei mercati strategici per Lufthansa.

Il servizio di Lufthansa Italia era comunque apprezzato dal mercato.
Questo di sicuro, ma l'operazione non si rivelò un affare quindi discorso chiuso.

Cambiamo tema. Che rapporti ci sono tra il gruppo Lufthansa e le agenzie di viaggio italiane?
Direi buoni, lavoriamo con tutto il mercato distributivo. Oggi questo comparto vale l'80 per cento della nostra attività sull'Italia. Anche se…

Manca qualcosa?
Diciamo che le adv devono cambiare qualcosa nell'approccio al mercato. Sono certo che vi saranno cambiamenti anche nell'immediato.

Quanto vale il traffico a/r sulle rotte per l'Italia?
Movimentiamo 5,5 milioni di passeggeri e sappiamo che vi sono margini di crescita.

Sedici aeroporti serviti. Ci dica da dove arriva la migliore performance?
Il traffico passeggeri del Nord Italia è sicuramente interessante. Non posso direi di più.

Contate sulla ripresa economica tanto da aumentare l'offerta?
A livello globale posizioneremo il 5 per cento in più di posti sulla rete.

Insieme a Swiss, Austrian e Brussels formate un gruppo forte. Manca qualcosa?
Direi che siamo a posto. Sulle rotte atlantiche lavoriamo bene con United e Air Canada. Forse ci manca qualcosa sull'Asia ma arriverà con il tempo.

La funzione di Air Dolomiti non è chiara?
Per noi è chiarissima. Siamo parenti di una buona compagnia che fa un ottimo feederaggio. Oggi con le macchine Embraer hanno anche migliorato il servizio.

Lei ha detto recentemente che i vettori low cost si stanno avvicinando alle major. Non è il contrario?
Negli ultimi tempi le low cost hanno cambiato indirizzo e avviato rapporto con gds e agenzie di viaggi. Forse siamo di fronte ad una svolta per la distribuzione.

Quindi nulla da copiare ai vettori a basso costo?
I modelli di business non sono più così distanti. Diciamo che le major sono molto diverse da qualche anno. Oggi in tutti i vettori la redditività delle singola rotta viene controllata a ritmo continuo. Quando gli indicatori vanno verso il basso bisogna intervenire.

Twitter @removangelista


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