Grande, unico e personalizzato, Vittorio Grassi: “Ecco l’hotel del futuro”

di Stefania Galvan
19/10/2023
17:03
 

Creare un prodotto personalizzato e capace di suscitare emozione può essere relativamente semplice per un boutique hotel, ma la vera sfida è riuscire a catturare l’interesse e il consenso del cliente high-end che sceglie di soggiornare in un grande hotel di catena.

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Una sfida che l’architetto Vittorio Grassi (nella foto), founder & ceo di Vittorio Grassi Architects, ha raccolto. “L’hotel vincente – spiega – è quello che riesce a emozionare, a raccontare una storia e, a mio avviso, una struttura upper level non può in questo momento prescindere da spazi sempre più generosi e viste sull’esterno”.

“Il lusso - continua - è aria, luce naturale, metrature ampie, soprattutto nelle camere e nelle sale da bagno, con ambienti votati al relax e alla cura di sé”.

La ricerca dell'unicità
Sugli ampi spazi gli alberghi dei grandi gruppi internazionali non hanno competitor, ma le grandi camere non bastano. “Nei nuovi hotel upper level - sottolinea l’architetto - l’aspetto esperienziale gioca un ruolo chiave e, nel caso delle grandi strutture, il segreto è saper coniugare gli standard internazionali con le specificità del luogo”.

Se, dunque, una volta la parola chiave era standardizzazione, oggi tutto è cambiato e l’ospite, anche negli hotel di catena, cerca l’unicità. “Nei nostri progetti per i brand globali - continua Grassi - ogni hotel ha caratteristiche singolari e legate alle peculiarità locali, siano esse culturali, sociali ed enogastronomiche per la parte legata alla ristorazione”.

Socialità e privacy
Ampi spazi e unicità, dunque, ma non solo: l’ospitalità luxury, secondo l’architetto, dovrà saper unire due aspetti solo apparentemente antitetici: “Mi riferisco - spiega Grassi - alla ‘iperconnessione’ tipica degli spazi comuni e dei relativi servizi e alla ‘disconnessione’ di quelli privati. In altre parole, la fluidità di connessione delle reception, dei ristoranti e delle sale comuni dovrà convivere con la massima privacy delle camere”.

Da Meliá a Starhotels
Numerosi i progetti che portano la firma di Vittorio Grassi Architects, tra cui quello che ha interessato il Meliá di Milano: “Abbiamo inaugurato tutte le aree comuni e le prime 100 camere del cinque stelle - spiega -: un progetto molto interessante per due ragioni. La prima è che, pur facendo parte di un gruppo internazionale, è realmente unico e legato al contesto locale. La seconda è che rappresenta il modello di hotel di lusso del futuro, aperto alla città, flessibile negli spazi comuni, con ambienti generosi e contaminazioni green, un ottimo ristorante e un mood contemporary”.
Un lusso non ostentato, dunque, che mette tutti a proprio agio.

Ultimo progetto in ordine di tempo quello di Firenze con Starhotels: “Si tratta – spttolinea l’architetto – di ‘Teatro Luxury Apartment’, un importante piano di riqualificazione di un lugo simbolo della città, l’ex Teatro del Maggio Fiorentino”.
Il progetto prevede 156 appartamenti e gli spazi, la cui delivery è prevista nel primo semestre del 2025, sono pensati per migliorare anche la vivibilità dell’area per i residenti: “Saranno realizzati, ad esempio, una nuova piazza, 170 posti auto riservati, una conciergerie, e poi ancora una terrazza con solarium, una palestra e un centro benessere, aree dedicate ai bambini e spazi per il co-working”.

Photo credit: Diana Lapin


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