I follower sono oltre un milione e lievitano di giorno in giorno. Le condivisioni dei post volano spesso ben oltre quota 2.000, e i Like ai messaggi giornalieri sfiorano talvolta i 70.000.

Roba da far rodere – o sognare - un consistente numero di gestori delle pagine Facebook destinate alla promozione territoriale che, come si evince dai dettagliati report dello Studio Giaccardi, sono spesso ben lungi dal raggiungere soglie di interazione di pari livello.

E infatti, proprio alla luce dei puri numeri, l’esperienza social di Gianni Morandi, di cui parecchio si è dissertato sui media nel corso dell’estate, meriterebbe qualche approfondimento scevro da futili commenti snob-pop. Scorrendo quello che egli stesso definisce “un diario familiare che propone cose molto semplici” (post del 28 agosto, ad ora 2.252 condivisioni e oltre 53mila Like) si incontrano il mare, le città d’arte, la buona cucina, la musica.

Condensati in cartolina di quell’Italia e di quell’Italian Way of Life tanto fantasticate e bramate dai vacanzieri - nostrani e non - affamati per giunta di storytelling di qualità. In questo caso la voce narrante non solo è di spessore, ma anche sinceramente appassionata della propria terra, percorsa in lungo e in largo per decenni seguendo la storica Autosole di cui, come Morandi stesso ha più volte ricordato, è in grado di snocciolare a memoria la successione delle uscite.

Forse è a soggetti così – schietti, trasparenti e per questo molto amati - che bisognerebbe far ricorso per tracciare nuovi solchi narrativi in epoca turistica 2.0. “Social-testimonial” che anziché aggirarsi affannosamente sugli schermi cine-televisivi declamando strofe o slogan, utilizzino la propria fama e la propria arte per raccontare in rete il Bel Paese, entro e fuori le frontiere. Dove stipano gli stadi e dove la loro narrazione darebbe un inestimabile valore aggiunto alla promozione social.