Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

Sotto il selfie, niente?

15/10/2014
11:32
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Il matematico-filosofo Alfred North Whitehead andava proclamando che “per affrontare l’analisi dell’ovvio, ci vuole una mente eccezionale”. E infatti, chi nel nostro settore derubrica ostinatamente i selfie dei turisti quali elaborati umani puramente autoreferenziali e pertanto privi di utilità, dimostra di non avere una capacità di visione sufficiente ad abbattere la cortina dell’ovvio apparente.

Cosa che invece hanno fatto magistralmente le startup Ditto Labs e Piqora, da qualche giorno nel mirino del Wall Street Journal per la loro attività di scouting delle immagini reperibili online. Queste aziende avrebbero infatti generato algoritmi in grado di pescare nel mare magnum del web autoscatti ambientati, riferiti a luoghi, oggetti e soggetti che, congiunti, possano fornire preziosissime indicazioni sull’utilizzo che i consumatori fanno dei prodotti più disparati. Ad esempio comprendere come vengano abbinati tra loro capi d’abbigliamento di griffe diverse, a quali cibi vengano prevalentemente accostati determinati marchi di birre o vini, se una determinata linea di occhiali da sole venga preferibilmente indossata in montagna, al mare o in un altrove qualsiasi. Insomma: una miniera di fermi immagine, un grande reality a fotogrammi che potrebbe fornire agli operatori del turismo interessanti occasioni di co-marketing nonché valanghe di utilissime informazioni. Focalizzazioni sui luoghi più (e meno) fotografati e pertanto ritenuti degni  (o meno) di memoria e di visita, sulle sagre più (e meno) frequentate – da quali target? per fare cosa? -, sulle attività sportive più (e meno) praticate, sui monumenti più (e meno) amati. Molti ricorderanno a questo proposito l’eclatante caso dei selfie scattati a migliaia la scorsa estate davanti alla presunta ara di Cesare, a Roma. Ma chi erano i protagonisti degli scatti? Come vestivano? Da quale parte del mondo provenivano? Di quale umore erano e perché questa improvvisa passione per lo sventurato imperatore?

Quei selfie, anziché suscitare ilari sogghigni, avrebbero dovuto piegarci sulle scrivanie e invitarci a un’attenta analisi: la buona, vecchia analisi comportamentale del cliente. Nulla di nuovo, certo: è lo strumento a cambiare, non l’idea.

Ai più scettici ricordiamo che è corretto che sia così. E regaliamo un’altra massima di Whitehead, secondo cui “i progressi fondamentali hanno sempre a che fare con la reinterpretazione delle idee di base”.

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