Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

La lezione del libraio

22/01/2015
16:22
 

Copio e incollo direttamente dall’articolo pubblicato nella newsletter  “Il Libraio”.

“Roma: è rinata la Libreria del Viaggiatore. Il merito è di una piccola casa editrice indipendente”. Bruno Boschin, che aveva fondato questo rifugio per turisti con la ‘T’ maiuscola nel 1991 senza più abbandonarlo, era mancato un anno fa, dopo averlo trasformato in un punto di riferimento non soltanto per i cittadini dell’Urbe ma per tutti coloro – italiani e non - che amano scoprire la geografia percorrendola. Dopo qualche mese di chiusura, qualcuno ha sentito il dovere di riprenderne in mano le sorti.

“Della libreria originaria – rassicurano nello stesso articolo i nuovi gestori Eleonora Pellegrini e Luigi Politano - abbiamo conservato l’atmosfera accogliente, in una location non troppo in vista. Abbiamo mantenuto anche la ricchezza del catalogo, forte dei suoi libri rari e introvabili”.

A loro, cui fa capo la minuscola ma energica Round Robin Editrice, va l’onore di essersi fatti carico di un’attività che i gufi della futurologia definirebbero sorpassata, mentre a noi operatori del comparto dovrebbe forse restare un pizzico di rimpianto per non essere stati capaci di prevenirli. O quanto meno una briciola di rammarico per non avere dimostrato di essere davvero, profondamente persuasi che il nostro sia un lavoro in qualche misura impastato con la cultura, con la crescita sociale, con la bellezza e il piacere dell’apprendere, nonché fonte di un patrimonio letterario meritevole di essere salvato.

Peccato, perché colui che centocinquant’anni fa diede i natali al settore - il signor Thomas Cook - in quanto tipografo conosceva bene il potere evocativo della parola stampata, tanto da non mancare mai di omaggiare i suoi clienti dell’opportuna guida-manuale, da lui stesso impressa. E, oltre a stamparli, i libri li leggeva. Perché lo aiutavano a fare business. Grazie agli entusiastici reportage di Byron e Shelley partì infatti alla scoperta della Svizzera e in pochi mesi vi condusse un contingente di ben centocinquanta titubanti inglesi che, tornati euforici, fecero triplicare già entro l’anno il numero dei clienti Cook sulle alpi elvetiche.

Lancio un’idea: in un’epoca di strabordante chiacchiericcio sullo storytelling turistico, perché c’è così poca attenzione per gli scritti e le esperienze dei narratori dei tempi andati? In ogni altro settore, incluso quello della ricerca scientifica, lo sguardo alle sperimentazioni del passato è doveroso, in quanto indice di serietà e perizia professionale. Si sa che stimola nuove idee, che aiuta a prevenire gli errori e ad accrescere la considerazione per il comparto in cui si opera e per se stessi. Concorre, insomma, a sentirsi parte di un sistema solido e strutturato, e a non commettere il macroscopico errore di reputarsi evoluti semplicemente rifiutando quanto è stato. Dopotutto, “la storia è un grande presente, e mai solamente un passato”, insegnava lo scrittore e filosofo Émile-Auguste Chartier. Forse non tutti abbiamo ben chiaro chi sia. I librai certamente sì.
 
Twitter @paolaviron


TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


I blog di TTG Italia non rappresentano una testata giornalistica poiché sono aggiornati senza alcuna periodicità. Non possono pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. Le opinioni ivi espresse sono sotto la responsabilità dei rispettivi autori