Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

Mistero stupendo

29/06/2015
16:02
 

Se è vero che sempre di più il turista è mosso dalle passioni anziché dal desiderio di scoprire nuove geografie, perché è così importante suggerirgli dove andare e non, piuttosto, cosa fare?

In Francia, un’agenzia di viaggi online ha adottato il nuovo paradigma con buon successo, assumendosi la responsabilità di scegliere la destinazione unicamente in base alle emozioni che il cliente desidera provare. Senza svelare la meta, almeno non subito.

Chi si affida all’agenzia Cap Mystère (e il nome la dice già lunga), lo fa insomma totalmente. Una volta nel sito di prenotazione, racconta tutto si sè: budget e date disponibili, soluzioni di alloggio predilette, e poi giù, a fondo nei particolari. Svela le proprie debolezze, i piccoli vizi, le abitudini di vita e quanto di queste più apprezza e più detesta. All’agente di viaggi rimane il compito di scegliere in sua vece, nella rosa delle destinazioni disponibili, quella maggiormente in grado di assecondarne le inclinazioni. Poi si mette in contatto con il cliente per dirgli cosa mettere in valigia e gli dà appuntamento in aeroporto il giorno della partenza. Solo allora il passeggero saprà dove è diretto e come potrà impiegare il proprio tempo.

Nel primo anno di monitoraggio, l’agenzia ha rilevato come ben il 70 per cento della clientela abbia optato per la formula ‘vacanza misteriosa’. Per lo più si tratterebbe di coppie in viaggio di nozze oppure in viaggio di anniversario o, ancora, di futuri sposi che salutano il celibato lontano da casa. L’obiettivo che li accomuna non è tanto esplorare nuovi scampoli di mondo quanto piuttosto dischiudere qualche nuova piega dell’anima.

Da Omero in poi abbiamo appreso che – sebbene con tutti gli evidenti e necessari distinguo -, anche questo è un modo di viaggiare, oggi eventualmente sfruttabile dal comparto per contrastare la quotidiana, progressiva riduzione del planisfero turistico causata dai noti eventi economici, sociali, bellici. La vacanza non più, allora, come pianificazione razionale di uno spicchio del tempo della vita ma come scommessa al buio, improntata puramente al piacere della ricreazione e della sorpresa. Seguendo l’onda della sempre più comune attitudine dell’homo turisticus – secondo la definizione ufficiale: in viaggio anche “per scopo di istruzione” – a ibridarsi con l’homo ludens, secondo la definizione ufficiale: “caratterizzato da una naturale e pura tendenza al gioco, al riso, al divertimento”.


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