Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

A volte ritornano… e il turismo può giovarne

29/09/2015
12:27
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All’indomani della Giornata Mondiale del Turismo, cui l’attualità ha imposto doverosi riferimenti e richiami alla tematica dei migranti, viene recapitato alla mia casella di posta da Ciset Ca’ Foscari un bel report sul Turismo delle Origini, segmento in crescita, doppiamente utile alla comune memoria.

La sua duplice utilità sta nel fatto che, se da una parte il Turismo delle Origini può incentivare la nascita di tour operator e agenzie di viaggi specializzate con a disposizione un potenziale bacino di 80 milioni di persone, al contempo ci rammenta che quei nuovi possibili visitatori del Bel Paese discenderebbero – secondo lo studio Ciset – dai circa 30 milioni di connazionali partiti in cerca di lavoro prima ancora che di fortuna tra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni ’70 del Novecento.

“Ancora agli albori in Italia, se non in forme del tutto spontanee, il turismo delle origini è già fortemente sviluppato in diversi Paesi del mondo”, segnalano i ricercatori Ciset, citando esempi molto convincenti.  “Enti ufficiali del turismo come FailteIreland e VisitScotland – spiegano – promuovono da tempo questa forma di viaggio attraverso itinerari ed eventi dedicati, indicazioni sugli archivi anagrafici e sui centri in cui reperire i documenti per la ricostruzione dell’albergo genealogico”. Tutto questo sembra funzioni, visto che ogni anno circa 215.000 turisti si recano in Scozia sulle tracce degli avi. “Grosso modo – precisa il Ciset – questi viaggiatori non rappresentano che il 2% del flusso totale, ma l’aspetto interessante è dato dalla disponibilità a una permanenza media piuttosto elevata - dagli 8 ai 16 giorni -, oltre che da una buona disponibilità di spesa”.

E l’Italia cosa fa al momento per catturare questo genere di utenza? Secondo il Ciset, nonostante la vastità di questo mercato potenziale, ad oggi l’offerta specializzata in turismo delle origini appare “frammentata, ancora poco sviluppata e piuttosto spontanea”.

“Ad alcuni siti web di ricerche genealogiche a pagamento dedicate alla radici italiane – dicono - si affiancano tour operator spesso stranieri.  Ad esempio negli Stati Uniti ce ne sono alcuni, fondati da discendenti di emigrati italiani, che offrono pacchetti tailor made verso destinazioni più o meno note del Bel Paese”.

Solo di recente sul nostro mercato si stanno affacciando tour operator e agenzie di viaggi incoming che si stanno strutturando come specialisti proponendo servizi di ricerca genealogica oltre che di organizzazione della vacanza su misura.

La dimensione del bacino potenziale di utenza (25 milioni di persone dal Brasile, 20 dall’Argentina, 17  dagli Usa e decine di milioni di altre da Francia, Svizzera, Germania e Australia), non deve tuttavia far perdere di vista l’eccezionalità dei desiderata.

Le cronache di questi giorni ci insegnano che le migrazioni generano sempre storie cariche di sofferenze e stenti, che chiedono rispetto. Anche a lunghissima distanza di tempo. La raccomandazione dei ricercatori Ciset a quanti decideranno di scendere in campo è appunto quella di essere consapevoli della delicatezza del prodotto che mettono in vendita. “Non semplici viaggi – sottolineano – ma esperienze ad altissimo contenuto emotivo”.

Twitter @paolaviron

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