Tornerà a far gruppo con le compagne, opportunamente agghindata per dare sfoggio di sé il prossimo Natale. Ma per adesso, tra le sue ruvide pareti di assi, la casupola abitualmente utilizzata a Iglesias per i mercatini di fine anno, si trasferisce in spiaggia.
Al suo interno gli impiegati della biblioteca comunale si avvicenderanno per affidare temporaneamente ai bagnanti thriller, romanzi, fiabe ma anche libri sulle tradizioni, il folklore e le leggende sarde.
E così, mentre da alcune associazioni balneari arriva l’invito a riporre il telefonino per tornare a conversare con i vicini di ombrellone, c’è anche chi tenta il coraggioso revival del libro in cellulosa. Peraltro con obiettivi non soltanto ludici, ma addirittura educativi.
Gli allestitori della microbiblioteca sostengono infatti che con quella sua “aria informale e vacanziera”, la casetta attirerà utenti normalmente refrattari alla frequentazione dei pubblici luoghi di lettura.
Tutto questo mentre nel bel mezzo del cinese arenile di Qinghuangdao hanno da poco visto la luce ben 5mila mq di scaffali adibiti al prestito librario. Nelle fasi di alta marea il pachiderma in vetri e cemento dista dall’acqua 45 metri, 75 quando il mare è più clemente. Qualcuno l’ha definito ‘la biblioteca più solitaria al mondo’. Altri si sono spinti a dichiararla, nel suo genere, la più bella del pianeta.
Volentieri cediamo loro la velleità di ogni primato tenendoci stretto il nostro piccolo tesoro: ecologico e, soprattutto, replicabile ovunque ci sia un bibliotecario di buona volontà. È l’ennesima magia della tradizione balneare nostrana, che nelle cabine ha visto consumarsi decenni di poetiche storie. Come quella del professore di latino ormai in pensione, casualmente incontrato all’ombra di una cabina ligure, impegnato a dispensare scampoli di classica saggezza e ritagli di storia antica a un gruppo di adolescenti in slip da bagno, visibilmente deliziati e pertanto in volontario digiuno da cellulare.
Prodigi dell’italico estro, che nessun cinese potrà mai imitare. E tanto ci basta.
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