Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

L’albergatore più famoso del pianeta? È donna. E si chiama Emma

31/05/2019
12:42
 

Una donna? Impossibile, replicherà piccata la pletora di colleghi che dall’altra metà del cielo piovono abbondanti sui podi planetari per calzare la corona di hotelier of the year.

Eppure quanti tra i blasonati sarebbero certi di poter ricevere una cartolina in partenza dall’altra sponda dell’Atlantico che riporti come unica indicazione il loro nome di battesimo? Perché alla signora Hellenstainer è accaduto.

“Frau Emma in Europa, Autriche” era la scarna indicazione del mittente americano, ospite riconoscente di uno dei suoi molti hotel. Niente cognome, niente via o numero civico, niente città. Eppure la cartolina è giunta a destinazione. “Perché Emma Hollenstainer era nota in tutto il mondo”, mi raccontano con campanilistico orgoglio gli attuali gestori dell’hotel Zur Post di Villabassa, Alta Pusteria.

È uno dei tanti alberghi posseduti e sapientemente gestiti da Emma in territorio oggi italiano e ai suoi tempi austriaco. Si era, infatti, nella seconda metà dell’Ottocento: niente social, niente booking online, niente web. Solo grande capacità di osare, con grande senso di responsabilità e acume professionale.

Emma, figlia di albergatori decide di proseguire la tradizione di famiglia dopo essere rimasta vedova, ancora molto giovane e con sei figli minorenni da crescere. “Qualunque persona di rango passasse di qui – mi dicono - faceva tappa in uno dei suoi hotel”.

Per chi è pratico della zona, è stata sempre lei ad immaginare e realizzare il maestoso hotel affacciato sul lago di Braies, oggi calamita di trekker, coppie asiatiche in viaggio di nozze e appassionati di cineturismo sulle orme del forestale Terence Hill. Scenari di turismo del nuovo millennio probabilmente inimmaginabili anche per la visionaria Emma, morta quasi novantenne agli albori del Novecento, circondata dall’affetto di figli, nipoti e, cosa non scontata, dei suoi concittadini, che ancora la ricordano in un museo-bomboniera dedicato alle sue più grandi passioni: l’hôtellerie e il turismo. Portate avanti infaticabilmente, per decenni, in parallelo. Da vera pioniera, senza sapere di avere anticipato di un secolo e mezzo le teorie ancora scarsamente applicate del moderno marketing territoriale.


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