Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

Ho visto il futuro del turismo in 5 momenti. Vi spiego dove e perché

20/10/2022
10:28
 

Il futuro del turismo, vale a dire di quel variegato universo fatto di persone che viaggiano e di imprese che le fanno viaggiare, l’ho visto a Rimini dal 12 al 14 ottobre, condensato in fugaci ma significativi scorci sulle Arene in cui nei tre giorni di TTG Travel Experience, SIA e SUN si sono avvicendati confronti e discussioni sull’avvenire del comparto.
- L’ho visto nell’introduzione alle cinque macrotendenze della Vision +23 By TTG che caratterizzeranno il prossimo triennio. Ci avvertono che stiamo entrando nell’era del Re-Coding Game. In buona sostanza, le tessere del mosaico che si erano scomposte negli ultimi due anni tornano a ricompattarsi ma – e questo è il punto cruciale - non nello stesso ordine. La sfida sarà ri-codificare e ri-disegnare un mondo nuovo, che dovrà giocoforza esprimersi in “scelte radicali operate in ambito culturale, architettonico e sociale”. E per farlo ci vorrà “una creatività costruttiva, produttiva e proattiva”.
- Il futuro l’ho visto poi nei tantissimi giovani studenti ansiosi di capire come “Cercare e trovare lavoro nel turismo e come trasformarsi per affrontare un nuovo tempo” (questo il titolo di una gremitissima conferenza del venerdì), a fronte di un comparto che, come riportato da Isnart in un altro momento di discussione, continua a “concentrare le risorse sugli investimenti in infrastrutture anziché nella fornitura di competenze”, a proporreprogrammi di formazione obsoleti, spesso incentrati su competenze teoriche piuttosto che pratiche”, con il risultato di produrre posizioni lavorative scarsamente appetibili “in termini di retribuzione, carriera, progressione e benefit”.  
- Ho anche visto il futuro nella passione dei due gemelli italoamericani Laurentia e Federico Arengi Bentivoglio, autori diciottenni di una guida di viaggio per la generazione Z, che a Book&Go hanno parlato a tanti coetanei desiderosi di sfogliare il loro libro e scambiare opinioni, perché – mi hanno detto – “studiamo turismo e ci interessa capire”.
- E poi ho visto il futuro nei 150 professionisti che si sono iscritti al nuovo percorso di specializzazione per Hospitality Food Innovators con l’intenzione di colmare proprio quella carenza di competenze pratiche rimarcata da Isnart. Così come l’ho visto nei giovani albergatori risucchiati in Arena dalle parole “sound design”, “musica per rafforzare il ricordo della vacanza”, “polisensorialità”. A trascinarli in sala sono stati la sorpresa (e il piacere) di scoprire che “lavorare in hotel” significa anche “lavorare con le emozioni”.
- E infine il futuro l’ho visto nelle parole e nelle immagini dell’astrofisica Simonetta Di Pippo, che per TTG Travel Experience ha preparato un intervento speciale e inedito, in cui ha spiegato che per i viaggiatori dello spazio un avvenire ci potrebbe anche essere, ma con regole ben diverse da quelle cui gli operatori del turismo terrestre sono abituati.
Con lei, che è anche titolare di un asteroide (il 21887 Dipippo, per l’esattezza) abbiamo compreso quali saranno, concretamente, i tempi necessari per preparare ed affrontare questi nuovi viaggi. Quali gli ambienti in cui si soggiornerà, i panorami di cui si potrà godere nonché i possibili passatempi da praticare. E abbiamo anche imparato che, come annota nel suo godibilissimo libro sulla Space Economy, “l’ambiente spaziale intorno alla Terra è una risorsa finita” e pertanto, utilizzandolo in modo incrementale, sarebbe sempre più soggetto a “rischi di collisione in orbita”. Fattori che il mondo della scienza cita quali “serie preoccupazioni per la sostenibilità a lungo termine delle attività spaziali”.

Dunque, al di là dei proclami promo-commerciali che giungono da più parti, pare che ancora per un po’ di tempo il futuro del settore continuerà ad essere progettato sulla Terra e per la Terra. Negli spazi della mente, dell’immaginazione e della virtualità dove – come si diceva all’inizio - è più semplice sperimentare nuovi prodotti e ricompattamenti di antiche pratiche. “Creando – come indica la Vision +23 - oggetti digitali che aprano le porte degli spazi fisici futuri”, in un’inversione di paradigma che sempre di più vedrà il travaso del mondo virtuale in quello reale.


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