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Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

The sound of science. Le nuove sfide della comunicazione multimediale

16/12/2022
09:02
 

È possibile che l’era dell’interattività sfrenata - quella che dal web 2.0 in poi ci ha obbligato a far qualcosa ad ogni costo per entrare in relazione con ambienti più o meno virtuali - stia per tramontare o, quantomeno, perdendo mordente? Osservando le reazioni dei visitatori nelle nuovissime sale multimediali del castello di Saint-Pierre diventato da qualche giorno anche casa del Museo di Scienze Naturali della Valle d’Aosta, non ci sarebbero dubbi. Mentre l’interattività è ormai data per scontata e a volte ritenuta persino troppo impegnativa per una visita in relax, la multimedialità ha invece la capacità di rapire – letteralmente - anche i più pigri e i più distratti.

Al castello di Saint-Pierre accade in particolare nelle sale 14 e 16, allestite in collaborazione con la factory Punto Rec Studios. Entrambi gli spazi puntano sull’immersione del visitatore nella sfera del suono. All’interno di due diverse ambientazioni.

Se nella sala 14 a catturare l’attenzione sono infatti le tante voci degli animali che abitano il bosco notturno, (attenzione: un bosco vero, con tanto di sentieri fisicamente percorribili e in cui si incontrano gli animali stessi), nella cubica sala numero 16 la magia si attiva grazie al lavoro di un’intera orchestra. La partitura è del Maestro Andrea Ravizza, che l’ha composta sulla base delle suggestioni ricevute dalle stesse immagini che oggi avvolgono i visitatori a 360 gradi. L’idea è di Marco Barberis (nella foto), ingegnere del suono e direttore creativo della Punto Rec Studios, al quale abbiamo chiesto perché non si sia limitato al classico commento musicale preconfezionato pescato nel mazzo dei molti componimenti reperibili online.

È una questione di sound identity. – risponde - Per connotare un luogo attraverso la musica è bene che quest’ultima sia pensata appositamente. È quanto facciamo di norma anche per fiction e film. Nel caso della sala 16, non a caso chiamata Sala delle Emozioni, abbiamo suddiviso la proiezione delle immagini in quattro movimenti corrispondenti alle quattro stagioni. Abbiamo quindi fornito al Maestro Ravizza un brief accurato e molte immagini di riferimento su cui ha lavorato per creare i 12 minuti di sonoro che accompagnano la videoproiezione, a sua volta frutto di un montaggio ricavato da ben 300 ore di riprese con droni e maestranze altamente specializzate.

Quanto tempo ci è voluto per realizzare la parte sonora?
Un mese e mezzo di lavoro fra composizione e arrangiamenti. L’esecuzione è stata poi affidata alla National Symphony Orchestra di Praga, su cui abbiamo l’esclusiva per l’Italia e il risultato finale è una traccia dal fortissimo impatto emotivo. Non c’è dubbio che in quello spazio sia la musica a comandare, come spesso accade nei nostri lavori.

Perché?
Perché, lavorando anche per la pubblicità, partiamo anzitutto da un’analisi puntuale di ciò che desideriamo comunicare, producendo materiali musicali ad hoc. È una modalità che i grandi brand conoscono bene, perché altrettanto bene conoscono l’importanza di darsi un’identità sonora.

Una pratica che in ambito turistico o museale non è però molto praticata.
Direi che, in generale nei diversi settori, è più diffusa all’estero ma si sta espandendo anche in Italia. D’altra parte non è una novità: va ricordato che un tempo non esistevano musiche da library e nel campo della pubblicità si creavano partiture ad hoc. Poi le agenzie hanno preferito dare spazio alle grandi hit.

Per questioni di budget?
Non è detto. Utilizzare un pezzo musicale già sul mercato comporta in ogni caso l’ottenimento del diritto di sincronizzazione e tutta una parte di oneri da contrattare con la casa discografica.

Lei quale soluzione consiglierebbe?
Il primo passo da compiere è creare un piano di comunicazione accurato e declinabile sui diversi canali, tenendo conto che, oltre all’impatto visivo e scenografico, un progetto efficace deve in ogni caso considerare anche l’impatto sonoro. Sulla base di queste considerazioni ciascuno troverà la soluzione più corretta e percorribile.


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