Il mal d’Africa di Simone Rugiati

di Oriana Davini
05/04/2019
08:34
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È uno degli chef più televisivi di sempre, un volto noto al grande pubblico grazie a un sapiente mix di ricette, savoir faire e bell'aspetto: Simone Rugiati, storico conduttore di Cuochi e Fiamme, è anche un grande viaggiatore.

Un po' per cause di forza maggiore, il lavoro, e un po' per passione, il biondo chef ha girato quasi tutto il mondo, sviluppando negli anni una predilezione per un luogo in particolare: l'Africa. "È il mio luogo preferito degli ultimi anni, in particolare il Madagascar - spiega -. Quest'anno ci sono stato con un biologo e poi mi sono spostato nella foresta: è un posto perfetto per le mie esigenze perché c'è tanto mare. Io amo pescare, amo la natura e quel posto a livello di flora e fauna è incredibile".

Il prossimo viaggio in programma?
Diciamo che sarà un po' più lungo (ride, ndr).

In che senso?
Sto investendo in Kenya, dove ho acquistato del terreno per una eventuale seconda vita. Io ho bisogno di stare al mare, sto meglio quando vedo l'acqua, la natura, cambio faccia e mentalità: normalmente sono una persona molto agitata ma quando sono lì entro in una dimensione che mi fa stare molto meglio. Quindi il prossimo viaggio sarà lungo perché durerà una seconda vita.

Ha acquistato una casa, quindi?
No, un parco naturale di sei acri su una spiaggia vicino al Creek: volevo un posto che fosse davvero Africa. Al momento il parco è lasciato così: non c'è nessuno se non la giungla, le mangrovie e le conchiglie sulla spiaggia, ma in barca si arriva a Watamu in dieci minuti.

Come l'ha trovato?
L'anno prima ero stato a fare beneficenza in una scuola: mi ha accompagnato in barca un signore e tornando gli ho detto quanto mi piaceva quella zona, che non era assolutamente turistica, e lui mi ha presentato il proprietario. È nato tutto così.

Sta pensando di buttarsi nel turismo?
No no, assolutamente, io faccio un altro mestiere e quel posto è pensato più come una zona di ritiro. Però c'è una parte più alta, dalla quale si scende passando in mezzo a delle mangrovie: lì vorrei fare delle abitazioni sospese, una sorta di ecolodge, più per me che per ospitare persone perché il mio sogno è uscire di casa, passare nel bosco, prendere la barca, andare a pescare, tornare, pulire il mio pesce, cucinarlo e poi dormire nella mia casa.

Niente villaggi turistici, quindi?
In realtà questa è una formula che mi piace. Ci sono tutti i servizi perfetti, curatissimi e fondamentali relativi a tutto ciò che è necessario come mangiare e dormire, ma appena metti piede fuori e nei giardini stessi sei in Africa e hai a disposizione tutta una serie di attività 'wild' come piacciono a me. È una soluzione molto comoda e funzionale.

Mi pare di capire che abbia fatto molte esperienze di vacanza in villaggio?
Capo Verde, Marsa Matrouh, Zanzibar quattro volte, Madagascar sono quelli fatti ultimamente. Mi piacerebbe portare le mie telecamere in villaggio, per mostrare anche come vivo la vacanza in modo alternativo.

Quando aprirà il suo ristorante?
Solo nel momento in cui in cucina ci sarà la sabbia e io potrò stare scalzo.

Cosa porta sempre con sé in valigia?
Una bottiglia di olio extra vergine di oliva (nota curiosa: è la stessa risposta che ci ha dato un altro chef, Antonino Cannavacciuolo)

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