Flavio Insinna e il richiamo del mare

23/08/2019
08:45
 

Flavio Insinna torna al timone de L'Eredità, il celebre quiz di Rai1 in onda dal 23 settembre 2019. A TTG Italia racconta la sua passione per il mare e di come per lui il viaggio sia per lui un po' come la vita; una metafora che ama applicare al quotidiano, mentre quello vero, il viaggio emozionale che ha nel cuore, ha una sola direzione: la Sicilia, e per la precisione Vallelunga Pratameno, dove è nato suo padre.

È stato in vacanza o ne ha in vista?
Se per viaggio si intende 20 giorni in Polinesia, allora no. Sono stato una settimana a Jesolo. Però dipende da come vedi le cose e ti godi la vita: se vado da Roma a Firenze per tre giorni in relax, senza lo stress del telefono, per me è vacanza vera. Poi io amo guidare, mi rilassa molto.

Quando viaggia che tipo di turista è? Relax, culturale o avventura?
Amo il mare in tutte le sue forme; guardarlo o nuotarci va benissimo. L'unica cosa di avventuroso che faccio è andare sott'acqua con le bombole, ma in totale sicurezza. In profondità è un'altra dimensione, non c'è il telefono, nessuno parla, è la vera pace!

Il viaggio che le è rimasto nel cuore?
L'ultima vacanza vera che ho fatto è da ragazzo, prima che il lavoro prendesse il sopravvento. Con un mio amico siamo andati a Santo Domingo facendo solo vita di motoscafo: pesca e mangiare il pesce sulla spiaggia con la gente del posto in totale relax. Bellissimo! Lo vorrei rifare, anche in un altro posto, vivendo il mare dalla mattina alla sera in maniera assoluta, con i calzoncini dall'alba al tramonto. Forse ho una componente di acqua salata nelle vene, mio padre era anche in Marina. Quando sono al mare sono più libero, più tranquillo e felice. Non sono un mondano. Un'estate bellissima l'ho fatta a Capo Teulada in Sardegna: mare meraviglioso. Una sera c'era un concerto nella piazza e una signora si avvicina per chiedere una foto insieme e mi dice: ma lei perché è qua? Non c'è niente! Qua c'è tutto signora: spiaggia, mare, riservatezza.

Invece c'è un viaggio che desidera fare?
Non è lontano, però credo sia da rivedere con la luce degli anni della maturità. Vorrei tornare Sicilia dove è nato mio padre, dove c'è la casa di famiglia; quando arrivavo d'estate giocavo in piazza a pallone. Un viaggio emozionale che voglio fare anche a costo che la malinconia prenda il sopravvento, perché il tempo passa e siamo sempre di meno. Ci sono viaggi che fanno bene al cuore.

Con le valigie che rapporto ha?
Tempo fa mi ha avvelenavo, poi ho capito che anche la valigia è una metafora della vita: premi e spingi e poi ti accorgi che hai riempito valigiedi cose che non servono. Basta un semplice bagaglio a mano con l'essenziale, eliminando il superfluo.

Paola Trotta


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