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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Le 4 regole auree per (cercare di) trovare lavoro nel turismo

29/10/2015
09:01
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Autunno, tempo di ristrutturazioni: da quelle delle grandi aziende (di cui ho scritto qui) alle agenzie di viaggi, sempre più piccole. Di gente a spasso ce n’è tanta e io, come head-hunter, leggo decine di CV e ricevo candidature per tutti i ruoli, dall’addetto booking al direttore generale. Credo che quattro semplici regole, se seguite con attenzione, possano aiutare a trovare lavoro, anche in tempi di crisi.

1) non fermarsi: perso il lavoro, a prescindere dal motivo, e mettersi a piangere su se stessi è inutile e dannoso; quel che è stato è stato, e bisogna guardare avanti. Siamo a novembre e probabilmente bisognerà attendere il prossimo anno? Nulla di male, a costo di  investire bene il tempo che si ha a disposizione: perché non imparare finalmente bene una seconda lingua? Perché non seguire un corso su social media e le nuove tecnologie, meglio se in inglese e in UK? Perché non andare a Parigi o a Berlino, sfruttando qualche conoscenza di settore, e cercare di capire come gira il turismo da quelle parti?

2) non sparare a caso: se c’è una cosa che intristisce i cacciatori di teste, sono le candidature spontanee e non qualificate: quando si ha la sensazione che quello stesso CV sia stato spedito a decine di aziende diverse, senza criterio, il cestino è la sua fine. Fare una bella (e onesta) “due diligence” su se stessi: quanto valgo oggi (oggi, 10 anni fa era un’altra cosa...)? Cosa so fare? Quali conoscenze particolari detengo? Cosa dovrebbe far scegliere me, in un certo ruolo, rispetto ad altri? Se il lavoro è approfondito e obiettivo, è chiaro quali aziende possono andare bene, e quali no.

3) farsi venire delle idee: tutti abbiamo avuto un’intuizione, un progetto, un’idea che - nell’azienda dove lavoravamo - non è stata presa in considerazione; però siamo convinti che sia buona e che potrebbe essere realizzata, con qualche probabilità di successo. Allora buttiamo giù un minimo di business plan (scenario, mercato, progetto, costi/ricavi) e andiamo a presentarlo a un collega, a un amico o - perché no - all’azienda concorrente di quella dove eravamo prima. Le buone idee valgono più di un semplice CV.

4) essere flessibili / accontentarsi: prima guadagnavamo 100 e ora ci viene offerto 50 (più 30 variabile)? Accettare! Prima lavoravamo 35 ore alla settimana e ora va bene se non superiamo le 50? Accettare! Prima andavamo in ufficio in 20 minuti e ora ce ne vorrà il quadruplo? Accettare! E se ci chiedono di cambiare città? Se la scelta è trasferirsi da Torino a Milano, ad esempio, oppure da Roma a Ostuni (perché a Ostuni crescono e cercano), pensarci bene, e accettare.

Perché trovare un lavoro è una battaglia, e la storia della gazzella africana che ogni mattina si sveglia e deve correre più in fretta del leone ecc. ecc. la sapete già...

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