Whatsup

Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Cerchi lavoro? I 5 errori da evitare, dopo il Cv e prima del colloquio

19/09/2017
11:49
Leggi anche: Lavoro

Fine stagione, tempo di cercare lavoro (per chi l’ha perso, o vuol cambiare) e tempo di cercare personale (per le aziende che stanno pianificando il 2018).

Oltre a scrivere su questo blog, mi occupo di reclutare quadri e dirigenti, esclusivamente in ambito turistico. Per me, questo è tempo di leggere curriculum (a centinaia) e di fare colloqui (a decine). Siccome ho già scritto delle 4 regole d’oro per trovare lavoro, delle cappellate in occasione dei colloqui e pure del pericolo dei social, stavolta mi occupo di un’area “grigia” e molto sottovalutata, quella che si colloca esattamente tra Cv e colloquio.

Andiamo sul pratico, mi riferisco - mettiamo - al direttore commerciale di un t.o. che vuol proporsi a una catena alberghiera, che ha incaricato il sottoscritto, o un head-hunter qualsiasi, di reclutare il cco (sta per chief commercial officer, i direttori vendite non si chiamano più così). Il potenziale cco ha letto l’annuncio, mi ha mandato il Cv e ha saputo che sta per sostenere il colloquio di selezione.

Diciamo che è a buon punto, avendo già superato molti concorrenti, ma - tra Cv e colloquio - ci sono 5 errori che incombono.

1) Se ti scrivo di sabato o alle 20.45, mi rispondi - Ormai siamo iperconnessi, quindi se ti scrivo nel week-end o dopo l’orario di ufficio, non è che mi tocca attendere il lunedì o il giorno dopo, e non prima delle 9.00, per avere una risposta. Hai lo smartphone, scorri la inbox e rispondimi subito: significa che sei sul pezzo, anche quando gli altri non lo sono (1-0 per te).

2) Se mi serve una info, non te la far chiedere due volte - Il Cv va bene, ma è utile tu ci scriva anche da quando, nel t.o. dove lavori, ti occupi di vendite nel Centro-Sud, dopo essere stato sales manager al nord. Al cliente interessa, perché vuole sviluppare soprattutto al sud. Quanto ci metti ad aggiunger due righe nel Cv e a rimandarmelo? Un’ora? Un giorno (magari è sabato)? Non di più, e se te lo fai chiedere due volte mi arrabbio (1-0 per la concorrenza).

3) Le domande le faccio io - Quando stai per sostenere un colloquio, è più importante quello che l’azienda pensa di te, piuttosto che quello che TU pensi dell’azienda. Se ti sei candidato è implicito che tu in quella catena alberghiera ci voglia lavorare, non che la catena debba convincerti a farlo. Quindi, le domande - come reclutatore - le faccio io a te, non tu a me.

4) Possiamo parlare di soldi, per favore?! - In Italia è brutto parlare di soldi, sarà a causa del nostro retaggio cattolico. Già è difficile sapere quale sia la tua Ral (Retribuzione Annua Lorda), ma chiederti quanto vuoi è impossibile: “Lordo o netto? Fisso o variabile? Con benefit o senza?”. Per questo mi entusiasmo quando mi dici convinto, all’americana:  “Guardi, io prendo esattamente x mila euro, per mollare tutto e andar di là non posso prendere meno di y mila euro, punto”. Bravo, viva la sincerità. Mi sarà successo non più di dieci volte, in tanti anni.

5) Dell’azienda devi saperne più di me - Però quello che mi manda veramente ai matti è che tu stia per sostenere il colloquio e non sappia NULLA dell’azienda che ti sta per valutare. Ma come?! Oggi, coi mezzi che abbiamo, puoi sapere tutto: fatturato, aree di business, organigramma, giudizi su Tripadvisor, lo stato civile e pure le amicizie, lecite o meno, dell’a.d. (bastano i social). Devi arrivare al colloquio come a un esame all’università: devi aver studiato e ricordarti le cose. Altro che smanettare su FB.

Leggi anche: Lavoro

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


I blog di TTG Italia non rappresentano una testata giornalistica poiché sono aggiornati senza alcuna periodicità. Non possono pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. Le opinioni ivi espresse sono sotto la responsabilità dei rispettivi autori