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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Sei un manager appena entrato in azienda? Cinque regole per meritarti i soldi che ti danno

28/03/2018
14:06
 

Ho elencato le 5 cose che deve fare un’azienda per permettere a un manager neo-assunto di lavorare bene, ecco cosa succede dall’altra parte, ovvero le 5 regole per meritarsi i soldi che un’impresa (con questi chiari di luna) dà a un manager appena arrivato:

1) non pretendere di cambiare il mondo: l’azienda è un meccanismo complesso, come quello di un orologio meccanico, ogni dispositivo ha il suo perché e deve armonizzarsi con quelli intorno; arrivare, guardarsi in giro, far capire che è tutto da rifare e poi pretendere di cambiare il mondo, in quattro e quattr’otto, è un errore capitale: come quell’allenatore che arriva in una squadra di calcio, butta all’aria il lavoro del predecessore, cambia metodo di gioco e becca quattro goal alla prima partita;

2) adattarsi e modellarsi al contesto: lavorare in un’impresa familiare o in un’azienda strutturata sono due cose diverse, e non si può ignorarlo; il buon manager l’ha capito in fase di colloquio e quindi arriva preparato: se l’azienda è familiare (la stragrande maggioranza di quelle turistiche lo sono), sa che la catena di comando è breve, che le decisioni vengono prese al volo e magari di pancia, più che di testa; se lavora in una multinazionale, magari quotata, sa che fatturato ed Ebitda contano sopra ogni altra cosa; il peggio è presentarsi con un business plan a tre anni, in inglese, da chi si rivolge ai propri dipendenti anziani in dialetto;

3) anche l’abito fa il monaco: appartengo a un’altra generazione, quando presentarsi al lavoro senza giacca e cravatta, senza camicia ben stirata e scarpe lucide, sarebbe stata un’eresia; oggi è cambiato tutto, e so di aziende digitali dove i dipendenti possono presentarsi in bermuda e ciabatte (orrore!). Ma se sei un manager e il tuo stipendio è importante, devi dedicare cura all’aspetto, che dev’essere ordinato e formale; ovvio, ai CdA non puoi essere l’unico in cravatta, ma neanche l’unico in T-shirt...  

4) essere sempre connessi: web e social hanno rivoluzionato gli orari di lavoro, il classico “dalle 9 alle 18, pausa pranzo inclusa” è andato in soffitta da anni; oggi è normale che si risponda a un Whatsapp alle 21 della domenica o si approvi il piano vendite in conference call la mattina del sabato. Ma soprattutto è improponibile che non si leggano le email o i messaggi la sera o nel fine settimana, soprattutto se comandi delle persone: ricordo un direttore vendite, appena arrivato in una grande catena alberghiera, che ha smesso di leggere le email il 23 dicembre e ha ripreso dopo Capodanno; pochi giorni dopo, non era più direttore vendite

5) mi merito e quindi mi pago lo stipendio: questo è il più importante di tutti, perché dev’essere il mantra del bravo manager. Quando ti svegli la mattina e prepari mentalmente la giornata di lavoro, devi chiederti: “Cos’è che faccio oggi per portare valore all’azienda?”. E la sera quando torni a casa: “Oggi ho fatto abbastanza per far guadagnare l’azienda? Domani cosa posso fare di più?”. E tra un week-end e l’altro. “Ma io, fossi il grande capo, mi riassumerei alla cifra che prendo?”. Se la risposta - sincera - è “sì” , allora sei sulla buona strada.


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