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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Nel tour operating italiano, il pesce grande mangia sempre il pesce piccolo (con tre previsioni)

02/08/2018
14:27
 

E così anche lo storico tour operator riminese Condor è finito in pancia a Uvet: 15 milioni di fatturato sono una goccia nel mare del consolidato del Gruppo saldamente guidato da Luca Patanè, ma fanno un centinaio, se sommati a quelli di Settemari, portato a casa un anno e mezzo fa. Nel mentre, Alpitour mette definitivamente in portafoglio Eden e tutti gli annessi e connessi, col benestare dell’Antitrust. E Nicolaus fa suo il brand Valtur, dopo accesa e costosa tenzone.

Anche nel turismo, ça va sans dire, il pesce grosso mangia sempre il pesce piccolo. Anche se, dei tre casi citati, Nicolaus non è ancora un pesce tanto grosso, e Valtur, più che un pesce piccolo, era quasi morto. Comunque, meglio essere mangiati (come il Pac-Man di Franco Gattinoni aveva magistralmente illustrato) che finire male. Balkan Express o InViaggi, tanto per citarne due, non ce l’hanno fatta.

Tre previsioni, allora. Primo, Leonardo Patacconi, erede del fondatore Stefano, non seguirà i destini di Condor, come il sig. Roci non ha seguito quelli di Settemari. E come Nardo Filippetti, peraltro appena rieletto con maggioranza bulgara alla presidenza Astoi lascerà Eden ai comandi del nuovo proprietario. Il passato è passato: chi ci mette i soldi raramente si fida del modello di management che a chi vende ha permesso di restare sul mercato fino a farsi comprare (e magari salvare la pelle).

Secondo, saranno sempre più diffuse “operazioni in sinergia” tra operatori, come quelle avviate da Veratour. Con Alpitour ed Eden, addirittura due: a Cuba, con Cayo Largo, villaggio in coabitazione tra i tre marchi; sull’Oman, col charter invernale gestito da Neos e venduto da Alpitour/Eden/Veratour. I t.o. diminuiscono, i voli costano, i prodotti richiesti - alla fin fine - son sempre quelli, ma soprattutto non ci sono più i numeri per rischiare da soli su una nuova destinazione. Le operazioni “in coabitazione” non potranno che aumentare e non è detto che questo piaccia al mercato (inteso come agenzie di viaggi, più che come consumer).

Terzo, si va verso l’oligopolio: pochi attori, talvolta molti meno di qualche anno fa, si spartiscono il mercato. E vale su tutta la filiera. Nella crocieristica, ai competitor di Costa ed MSC rimangono le briciole. Nella charteristica, sparita Meridiana e visto che di Alitalia è meglio non parlare, rimangono solo Neos e, arrancante, la Blue Panorama targata Uvet. Delle reti ho abbondantemente scritto: sono in 5 o 6 a comandare, e non è detto che diminuiscano ancora. Nel tour operating, la tendenza è inarrestabile: oggi sul gradino più basso del podio c’è un t.o. che ha fatto del servizio su misura la sua cifra, quindi non è comprabile. Il resto, tutto il resto è noia, direbbe Franco Califano.


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