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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Cos’hanno in comune Roger Federer e l’Alpitour degli Isoardi? Essere “in the zone”

17/04/2019
15:52
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Nessuno dubita che Roger Federer vada ormai considerato il più grande tennista della storia.

Pochi ricordano, ma nessuno dubita, che nell’Alpitour degli anni ‘70/’80 ci fossero già gli elementi che le avrebbero permesso di  mantenere la leadership del turismo italiano fino a oggi. Cos’hanno in comune Federer e l’Alpitour del secolo scorso? Quella che i mental coach chiamano “in the zone” o “trance agonistica”: nel tennis, la rara e incredibile condizione psicofisica in cui tutto fluisce senza sforzo apparente, il gioco funziona alla perfezione e tu sai già che colpirai la pallina e la manderai esattamente in quell’angolo del campo dove il tuo avversario non arriverà mai. Federer lo ha sperimentato svariate volte, vincendo i suoi venti titoli nel Grande Slam.

Nel lavoro, soprattutto creativo, è quello stato di coscienza in cui si è completamente immersi nell’attività che si sta facendo, totalmente coinvolti da essa, focalizzati sull’obiettivo, assolutamente positivi sul raggiungimento del risultato, intrinsecamente motivati e gratificati dallo svolgimento stesso del compito. L’Alpitour guidata da Lorenzo e Guglielmo Isoardi era “in the zone”: apriva una destinazione (le Canarie, ad esempio) e i turisti accorrevano a frotte; lanciava una promozione e i telefoni del booking s’incendiavano; metteva su catene charter su Spagna, Grecia, Tunisia e doveva sempre aggiungere voli extra; inventava, dal nulla, l’Assistenza in loco e questa diventava un canone per tutta la concorrenza.

Ma, soprattutto, era l’atmosfera che in quegli anni si respirava nella storica sede di San Rocco Castagnaretta, a due passi da Cuneo, che era veramente “in the zone”: centinaia di colleghi, la maggioranza dei quali nati in un raggio di pochi chilometri, che trasformavano l’Agenzia Alpi di Lorenzo Isoardi - in una provincia allora senza neanche l’autostrada - nel più importante t.o. italiano. Del quale facevano parte, tanto per fare qualche nome, il compianto Paolo Monte inventore dell’indimenticato “Turista fai da te? No Alpitour? Ahi ahi ahi”, il Pietro Aversa che sarebbe poi andato in Alitalia e in IATA, e oggi in Nicolaus; il Sergio Testi che, dopo trent’anni di Alpitour, oggi guida Gattinoni Travel Network.

Sono certo che la pensano come il sottoscritto tutti i duecento (!) colleghi che il 13 aprile 2019 si sono ritrovati a Cuneo in occasione dell’Operazione Nostalgia, raduno degli ex dipendenti Alpitour (ma non solo) accolti da un sempre in forma Guglielmo Isoardi. “Non sapevamo che stavamo facendo qualcosa di grande, ma lo facevamo con passione e con amore” rivela, quasi commosso, uno dei presenti. La prossima volta invitiamo Roger Federer.

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