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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

C’è spazio al di fuori di Alpitour? C’è, come Alidays, Quality Group e Veratour dimostrano

24/07/2019
15:57
 

Era esattamente un anno fa, quando Gabriele Burgio celebrava l’ingresso di Eden Viaggi in Alpitour come un “momento storico”. E chi l’avrebbe detto, un anno dopo, che mentre l’ex patron Nardo Filippetti si dedica a Lindbergh e alla Juventus, il suo successore Giuliano Gaiba sarebbe diventato l’uomo del giorno? E chi glielo nega, visto che Eden passerà da 370 a 450 milioni in un anno? Merito dei manager Eden, certo, ma la benzina per far andare la macchina pesarese l’hanno messa i manager Alpitour, Gabriele Burgio in testa.

C’è spazio al di fuori del leader italiano delle vacanze, che chiuderà il 2019 con due miliardi di fatturato, o giù di lì? C’è spazio, certo: a saperselo conquistare, sebbene i due miliardi stiano all’Everest come i fatturati dei follower stanno al Monte Bianco (cioè, ballano 4.000 metri di dislivello...). Basta leggere l’intervista a Stefano Pompili o le prime due tappe dell’intrigante viaggio di #TTGPeople dedicate a Quality Group e ad Alidays.

Ho già scritto perché Veratour e Quality hanno successo, quindi aggiungo una nota su Alidays e una riflessione finale.

Avete presente una one-man-company, quella dove il fondatore sa fare tutto? Cioè, da chiudere un contratto con Tourico a spegnere l’aria condizionata in ufficio, prima di uscire alle 21.00? Ecco, l’Alidays di Davide Catania è così. Catania è uno bravo, di quelli che non solo sanno il mestiere e capiscono di tecnologia, ma hanno fiuto e sanno dove va il business. Trovate un addetto ai lavori, nel settore, che ne parla male. Io non ne conosco.

Conclusione, cosa posso dire di Alidays, Quality e Veratour che non sia già stato detto? Primo, che quando l’azienda è condotta dai soci fondatori ha qualche possibilità in più di stare sul mercato. Secondo, la metto su un piano un po’ più “alto” di quello al quale siamo abituati. La famiglia Pompili, Michele Serra e Marco Peci, Davide Catania sono persone con un’etica professionale e personale superiore alla media. Sono dei santi? Sono dei benefattori? Tutt’altro, fanno affari, e ognuno di loro - come tutti - qualche scheletro nell’armadio ce l’avrà. Ma a parlare di etica, con l’uno o con l’altro, mi sento a mio agio, e non mi capita spesso. Purtroppo.


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