Il sole di Svevia

Salvatore Miano, Agenzia Mianotour, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina

11 anni da nine eleven, come oggi

11/09/2012
10:50
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Come miliardi di esseri umani di questo pianeta, ricordo esattamente cosa stavo facendo, chi c’era e le parole che vennero proferite quando seppi dell’attentato alle torri gemelle: ero in ufficio, al banco, cercavo di parlare con l’Alitalia per risolvere un problema a un cliente, e la collega mi disse al telefono: “Scusa la confusione, è per quello che è successo”; e io, ignaro perché mi trovavo in agenzia chiesi cosa fosse accaduto, e lei “tu non lo sai, ma qui c’è da riscrivere la storia del mondo”.

Nessuna frase più profetica, nessun'altra parola, poteva sintetizzare ciò che era accaduto e stava per accadere, e ricordo ogni passaggio, ogni minuto di quello che per noi era un placido pomeriggio di mezzo settembre, mentre in America si viveva l’inferno.

E fummo “tutti americani”, come se non lo fossimo mai stati, la spinta emotiva ci porto tutti a essere solidali con i newyorkesi, e con tutti i cittadini che vivono all’ombra della bandiera a stelle e strisce.

Poi, la storia venne riscritta, cambiò la faccia del mondo, l’economia mutò, e in nome della ragion di stato, delle guerre di religione, di Saint Dollar, e dell’oro nero, nel giro di undici anni, vivemmo, e ancora viviamo un turbinio di guerre, assalti, attentati, e rivoluzioni, e i cicli economici che prima sembravano dovere avere una durata media di settant’anni, ora sembrano accavallarsi, rigirarsi, come in una lavatrice e passiamo da una crisi all’altra senza renderci conto di quanto tutto sia mutato e tutto in realtà sia rimasto identico.

Sì, ci sono troppi lati oscuri in ciò che è accaduto, non sono necessarie teorie complottistiche per fiutare un po’ qua un po’ la una longa manus di poteri che tutto possono dirsi tranne che etici, politici e umanistici.

Dal primo momento ad ora, il fil rouge che collega tutto e sempre tutto è la finanza, l’economia, la speculazione, anche le motivazioni di Al Qaida, e lo spirito di Enduring Freedom, tutto mi sono sembrati tranne che vere e autentiche, e ancora oggi, l’atteggiamento supino della politica nei confronti del “libero mercato finanziario” mi lascia molto perplesso.

E a noi operatori del turismo cosa tange tutto questo? Eh capperi, abbiamo imparato in questo decennio ad adattarci, subire ogni tipo di crisi delle vendite dovuto a choc emotivi, psicologici, paure, a poco a poco ci scomparivano e ricomparivano dalle destinazioni vendibili gli Stati Uniti, i paesi arabi, Londra, Madrid, poi Bali, poi di nuovo tutto il Nord Africa, senza contare le varie zoonosi come l’aviaria, la suina, la Sars e chi più ne ha più ne metta.

Fu l’emblematico e profetico caso del primo volo Livingston, con il sig. Colombo sulla torre di controllo che si vede bloccare l’aereo in pista perché c’è appena stato l’attentato dell’11/9 e tutti i voli sono stati bloccati.

In quelle convulse ore avevamo un passeggero che era in volo per New York e del quale non avevamo più notizie, e i suoi familiari venivano in agenzia a chiedere del loro caro, poi dopo tre giorni spuntò in agenzia, e ci raccontò.
Avrebbe dovuto prendere la coincidenza ad Amsterdam per la grande mela, sennonché arrivo il blocco totale dei voli per gli Stati Uniti e lui fu, letteralmente, parcheggiato su una panchina all’aeroporto olandese, qualcuno gli disse “stai seduto lì” e lui obbedì, seduto senza mangiare, senza lavarsi, senza nulla, per 36 ore, poi l’intuizione, chiese a qualcun altro di farlo tornare in Italia, e arrivò in agenzia, prima di andare a casa, con una barba lunga da talebano, provato, ma un grande sorriso, a dirci che era vivo e che potevamo stare sereni.

A volte mi sembra che tutti noi assomigliamo al mio povero cliente, stiamo seduti lì, ci dicono di non muoverci, intanto tutto attorno il cataclisma, l’apocalisse, poi come se nulla fosse, ci spostiamo, e andiamo a sederci da un’altra parte, e continuiamo a consumare, a disinteressarci di ciò che accade, ed essere comparse quel teatro della farsa dell’orrore che è il nostro tempo.

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