La priorità del risparmio

di Aurora Azzolini
01/12/2011
13:05
Vedi Business travel; Vedi tutti i dossier di Altri dossier; Vedi tutti i dossier
 

Impossibile far senza. Il business travel davanti alla crisi economica non si ferma e non rallenta. Quello che diminuisce, invece, sono i costi che le aziende sono disposte ad affrontare per i viaggi di lavoro dei propri dipendenti. Il risultato di questa tendenza bipolare è la crescita, seppure lieve in Italia, delle prenotazioni nel segmento a fronte di una diminuzione dei giorni di permanenza e di una ricerca di contenimento costi sia sui voli sia sugli hotel. Nello specifico, la situazione italiana presenta una sostanziale tenuta del comparto, con una crescita che nel corso del 2011 è stata limitata dagli eventi internazionali, a partire dal disastro nucleare di Fukushima fino alla primavera araba in Nord Africa. Malgrado questo, i viaggi internazionali sono quelli che hanno registrato la maggiore crescita nel corso dell'anno, almeno fino al mese di settembre, e le destinazioni confermano la grande attrattività dei Paesi Bric, che si impongono fra le prime sette mete dei viaggi d'affari delle aziende italiane, secondo i dati di Uvet Amex.
Al contrario, il traffico interno al Paese per motivi di lavoro ha registrato una battuta d'arresto, come dimostra la contrazione sulla principale direttrice business italiana, ossia la Milano-Roma.
A livello internazionale, i dati dell'indagine Pegasus View confermano queste tendenze: l'incremento del traffico business è costante, almeno fino al terzo trimestre, con un 13,4 per cento nelle prenotazioni nei novi mesi. Il controllo costi, però, si fa sentire anche a livello mondiale: il dato che riguarda la durata media del soggiorno è sostanzialmente stagnante, e in alcuni mesi dell'anno ha segnato un decremento rispetto allo stesso periodo del 2010.
Le policy aziendali e il controllo costi, dicono i network che si occupano di business travel, saranno la chiave di lettura del comparto almeno per tutto il 2012. Cwt Italia, ad esempio, rileva come le aziende applichino target più aggressivi di downgrade delle categorie di hotel e di ricorso alle compagnie low fare nei viaggi dei loro dipendenti. Per questo gli attori del comparto accanto alla creazione di tool sempre più intermodali per il viaggiatore stanno sviluppando una serie di strumenti per affiancare le aziende clienti nella politica di controllo dei costi. Seguono, insomma, la strada del futuro.

Pubblicato il 21/11/2011

Vedi Business travel; Vedi tutti i dossier di Altri dossier; Vedi tutti i dossier

Commenti di Facebook