Il turismo e il lusso
in un mondo diverso
secondo il futurologo
Thomas Bialas

di Cristina Peroglio
22/09/2021
08:03
 

“Più che le 5 stelle, credo che in futuro conteranno le 100 o 1000 stelle che si possono vedere dalle propria camera immersa in un buio perfetto”. Thomas Bialas, professione futurologo, immagina così il turismo di lusso del futuro. Che non diminuirà le sue richieste, ma le cambierà, creando nuove sfide.

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“Il lusso non è stato ‘eliminato’ dalla pandemia – dice -. Si assiste anzi, come durante tutte le crisi epocali, a una polarizzazione della società: i ricchi sono diventati ancora più ricchi, e i poveri sempre più poveri. Ma il segmento lusso continuerà ad andare benissimo”.

Eppure il cambiamento è già in atto: “La pandemia ha solo accelerato un trend già in atto: il viaggio di lusso sta passando da status symbol a status experience, da edonismo a esclusività”. In sostanza, il viaggiatore upper level inizia a scegliere strutture o percorsi che gli garantiscano unicità di esperienze piuttosto che ostentazione dell’opulenza. Tradotto “meno limousine e più biciclette, magari ultralusso e a pedalata assistita” spiega Bialas.

Una trasformazione del concetto di lusso in senso sostenibile, quindi, che sta diventando patrimonio delle fasce altospendenti, che hanno preso consapevolezza della totale interconnessione fra comportamenti individuali e destino del pianeta.

Per il resto del mondo, invece, le tendenze sono ancora molto nebulose. “Sul turismo in generale, leggere l’evoluzione futura in questo momento è molto complesso. Come cambierà il turismo dopo la pandemia è una domanda che deve tenere conto del diverso approccio che i vari Paesi del mondo hanno utilizzato nell’affrontare questo dramma, e che ha condizionato il sentire delle persone”.

Ci saranno, quindi, Paesi in cui la paura persisterà più a lungo e altri, invece, che si scrolleranno presto di dosso la sensazione di limitazione di libertà strettamente correlata ai questi due anni di pandemia. “Il ritorno alla normalità non ci sarà: sarà una post normalità – aggiunge Bialas – di cui è ancora difficile vedere i contorni. Sicuramente i viaggiatori vorranno spazi più ampi, per quanto riguarda le destinazioni, i mezzi di trasporto, gli alberghi, ameranno di più il contatto con la natura, nelle strutture ricettive sarà vincente chi potrà disporre di spazi all’aperto. Difficile sarà recuperare il tema della socialità, con tutto ciò che comporta in termini di percezione nell’affollamento dei luoghi”.

Sarà, insomma, un mondo diverso. Un tema di cui tenere conto per i prossimi investimenti.


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