Melià, 20 nuovi hotel
nel corso del 2024
Escarrer: “E’ tempo
di trasformarci”

23/01/2024
15:44
 

Meliá Hotels International aprirà almeno 20 strutture nel 2024, pari a un’offerta di 4mila camere, di cui il 50% nel segmento del lusso. La catena mira a espandersi sulle mete nelle quali è già presente invece di allargare il raggio a nuove destinazioni, come sottolinea il ceo, Gabriel Escarrer (nella foto), in un’intervista riportata da Hosteltur.

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In assenza di dati definitivi, la catena stima di aver chiuso il 2023 con un Ebitda di circa 474 milioni di euro, in crescita di quasi il 10% rispetto al 2022.  
Uno dei punti di forza dell'espansione sarà il Messico, dove Melià in tre anni raddoppierà il proprio portafoglio, arrivando a 14 alberghi, per un totale di 4mila 100 camere. Attualmente la catena gestisce sette hotel, tutti di proprietà, con 2mila 569 camere

Il resto delle aperture si concentrerà in Europa, in destinazioni classiche come Spagna, Italia e Portogallo, e in altre dal grande potenziale come Albania e Malta, ma anche nel Medio Oriente. Altri centri di interesse sono i Caraibi e il Sud-est asiatico, in particolare Vietnam, Thailandia e Indonesia. A Oriente spicca poi l'Arabia Saudita, dove l'azienda propone due nuove strutture con un partner locale.

In dettaglio, Meliá inizierà l'anno con l'apertura di un Gran Meliá a Barcellona; consoliderà la sua presenza a Milano con un Collection nel quarto trimestre, marchio con il quale aprirà altre due strutture a Maiorca e una a L’Avana, tutte tra febbraio e marzo.

Per Escarrer, i numeri per il 2023 sono superiori a quelli pre-pandemia, tranne nel caso dell’occupazione, ancora inferiore del 4% a causa dell’evoluzione della situazione a Cuba e in Asia, dove la ripresa dei principali mercati emissori (Giappone, Cina e Corea ) è in ritardo. Inoltre, nel primo trimestre del 2023, i tedeschi hanno rivisto i propri progetti di viaggio.
Entro il 2024, si prevede che l’occupazione raggiungerà i valori pre-covid, grazie anche al dinamismo che sta interessando il mercato asiatico.

Anche nel segmento del turismo congressuale e incentive si registrano incrementi “molto importanti” rispetto allo stesso dato dell'anno precedente.
La normalizzazione post-Covid sta riportando la domanda ai modelli precedenti e i viaggiatori prenotano con maggiore anticipo. Anche i dati sulle cancellazioni, molto elevati in tempi di pandemia, si avvicinano a questi valori.

In termini di prezzi, nonostante i forti aumenti degli ultimi due anni, Gabriel Escarrer ritiene che ci sia spazio per migliorare il RevPar. Nei primi nove mesi dell’anno, questo indicatore è cresciuto del 31,6% rispetto al 2022 e di oltre il 12% rispetto al 2019, guidato da città europee come Roma, Londra, Parigi o Milano.

Secondo il manager queste crescite sono sostenibili nel tempo e  tutte le previsioni indicano un incremento costante, anche se "non dobbiamo credere che la crescita sarà illimitata”.
“Non è comunque il momento di crescere, ma di trasformare il turismo" e puntare sulla qualità anziché sulla quantità” chiude il manager.


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