Lavorare in hotel, i tre segreti per emergere

26/04/2018
12:50
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Disponibilità, flessibilità, capacità di gestire il tempo.

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Sono queste le 3 caratteristiche necessarie per lavorare e fare carriera in un hotel secondo l’esperienza di Simona Calabrese, general manager del nuovo DoubleTree by Hilton Turin Lingotto. “Per lavorare in un hotel serve, fondamentalmente, disponibilità. È un lavoro a contatto con il pubblico che si articola 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno. È evidente che la disponibilità è la leva senza la quale non si può neppure iniziare”.

1. Disponibilità
La prima parola chiave, quindi, per chi vuole intraprendere un lavoro nell’hotellerie, è quella che assicura la capacità immaginare la propria vita in maniera elastica. Ad esempio, chi vuole pensare ad una progressione di carriera, è necessario che preveda un periodo di attività all’estero: “Accanto ad una cultura generale di base – dice Calabrese – è fondamentale la disponibilità a spostarsi e viaggiare per imparare modi nuovi, cose nuove e arricchire il proprio bagaglio di competenze”.

2. Flessibilità
Anche perché il mondo è cambiato, e il turismo è cambiato ancora più velocemente. “Va tenuto presente che oggi è tutto sotto data: dai tempi di prenotazione alle richieste dei clienti. Ecco, quindi, che accanto alla disponibilità l’altra qualità richiesta è quella della flessibilità, a tutti i livelli della scala gerarchica dell’hotel” dice ancora la manager.

Perché se è vero che un direttore d’hotel ha necessità di competenze manageriali e economiche, è anche vero che il suo compito è quello di essere sufficientemente flessibile per venire incontro alle esigenze dei dipendenti, e poter valorizzare le loro competenze. “Fare il general manager di un grande hotel – spiega Calabrese – è un po’ come essere un regista: bisogna circondarsi di collaboratori validi, con competenze specifiche, e permettere loro di lavorare la meglio”.

3. Gestione del tempo
Per questo, la terza caratteristica è quella del tempo. “Se è vero che chi arriva a lavorare in hotel ha professionalità tecniche di base generalmente buone, è necessario poi formarlo secondo i propri criteri e secondo gli standard che vanno garantiti – conclude la manager -. E questo richiede tempo, da entrambe le parti: tempo da parte dei responsabili per formare e tempo da parte dei dipendenti per imparare”. C. P.

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