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Si chiama Zanzibar Amber Resort l’ambizioso megaprogetto che dovrebbe imprimere una svolta verso l’up level alla ricettività dell’isola. Il resort, che occuperà 1,5 milioni di metri quadrati nell’area Nord-Est dell’isola, promette di essere uno degli interventi immobiliari e di sviluppo turistico più importanti dell’East Africa.
Sviluppato da Pennyroyal Gibraltar Limited, il megaprogetto si configurerà come una vera e propria città autosufficiente, abbinando alla presenza di hotel con brand di alto livello una serie di appartamenti e ville dedicati alla commercializzazione diretta e realizzati per creare una base di residenti.
I numeri
L’investimento per la realizzazione del mega complesso è estremamente rilevante: 1,6 miliardi di dollari per un progetto che vedrà le sue prime aperture nel corso del 2020 e con lavori che si protrarranno per i prossimi 15 anni, per arrivare a una struttura che, a regime, ospiterà una serie di luxury facilities, come un campo da golf disegnato dal Ernie Els, una marina, un parco acquatico, un centro commerciale glamour dedicato a promuovere i prodotti locali, uno spettacolare ristorante e nightclub ‘underwater’ nonché un centro equestre e un club dedicato al polo. Inoltre, accanto a 5 hotel di brand up level, il resort proporrà 1.914 ville e 3.440 appartamenti, nonché un aeroporto dedicato, un ambulatorio medico di alto livello e una scuola privata internazionale per rispondere alle necessità dei futuri residenti.
Alla base di questa realizzazione, la volontà di posizionare Zanzibar sul segmento alto del mercato e la constatazione che il traffico turistico verso l’isola continua a crescere anno su anno. Negli ultimi 12 mesi si è registrato, infatti, un incremento del 28 per cento negli arrivi, con un numero di camere che è rimasto invece invariato.
I player dell’hôtellerie
A credere nel progetto lanciato sulla destinazione sono stati due grandi gruppi internazionali dell’hôtellerie, Marriott International e Minor Hotels, che hanno deciso di investire sul complesso lanciando la realizzazione di due resort all’interno del progetto con due dei brand di maggiore appeal sulla fascia up level, The Ritz-Carlton e Anantara Hotes, Resorts & Spa.“Siamo sicuri - dicono Saleh Said e Brian Thomson, direttori di PennyRoyal Gibraltar - che l’allure dei due brand spingerà i viaggiatori ‘affluent’ a visitare la destinazione”.
Il Ritz-Carlton
The Ritz-Carlton Zanzibar sarà un all-suite resort di 90 ville che metterà a disposizione degli ospiti anche le affascinanti water villas, ognuna con piscina privata e un design contemporaneo ispirato agli stilemi della cultura tropicale.
L’apertura, prevista nel 2021, porterà anche al debutto del brand sull’arcipelago di Zanzibar. Obiettivo dichiarato del gruppo è quello di “rafforzare il posizionamento dell’isola come destinazione luxury dell’Oceano Indiano - spiega Alex Kyriakidis, presidente e a.d. Medioriente e Africa di Marriott International -, portandola a poter competere con le mete tradizionali delle vacanze up level dell’area, da Mauritius a Seychelles alle Maldive”.
Il resort, che si colloca a 45 minuti dallo Zanzibar International Airport, si completerà con 4 ristoranti e bar, una piscina scoperta, un centro benessere, un beach club e un kid’s club. Fra gli highlights, 8 suite avranno a disposizione una spa privata.
Anantara Zanzibar Resort
Aprirà invece nel 2020 il resort di Minor Hotels a marchio Anantara. La struttura metterà a disposizione dei clienti 100 camere sul waterfront insieme a 50 pool villas da una e due camere. Fra le facilities previste, una luxury spa e un wellness center, una palestra, un kid’s club e un club destinato ai teenagers, in aggiunta a 3 ristoranti e bar. Ci sono inoltre piani per restaurare e ricreare un ecosistema marino nei pressi del resort.
Anche per Anantara, sottolinea Dillip Rajakarier, ceo di Minor Hotels, “il resort di Zanzibar sarà la prima proprietà nell’area per provare il lusso secondo il nostro brand”.
L’offerta lusso
L’ambizioso progetto dell’Amber Resort punta a creare una sorta di enclave all’interno dell’isola sul modello di molte altre realtà simili già nate in Africa e dedicate ad un target d’elite. A completamento del progetto, infatti, l’intera area sarà pressochéè indipendente anche dal punto di vista energetico, non andando così a impattare sul fabbisogno dell’intera isola e creando una vera e propria economia autosufficiente.
