Estate con nuove
regole: l’inchiesta
di TTG Italia

28/04/2022
08:35
 

Il Mare Italia non tramonta mai, ma l'aumento del costo dell'energia lascia il segno. È una fotografia dai contorni chiari quella che emerge dall'inchiesta lanciata da TTG Magazine sull'andamento del Mare Italia. Un prodotto che ora più che mai è sotto i riflettori.

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Negli scorsi due anni, a causa delle limitazioni agli spostamenti, le spiagge del Belpaese sono state una delle poche soluzioni praticabili per i vacanzieri. Gli arenili italiani sono stati un 'rifugio sicuro' in un momento in cui molti viaggi all'estero erano impossibili. Ma quest'anno lo scenario è completamente cambiato: le regole per viaggiare sono differenti, molti Paesi hanno aperto le frontiere e il ventaglio delle opzioni si è allargato.

Il nodo delle tariffe
Tuttavia, un nuovo protagonista è entrato in campo: l'aumento dei prezzi. Un elemento generato da diversi fattori, primo tra tutti il caro energia, che pesa non solo sui trasporti ma anche sui costi di gestione delle strutture e dunque sul cliente finale. A questo si aggiunge lo storico 'gap' delle tariffe del prodotto balneare italiano, poco competitivo rispetto ad altre zone del Mediterraneo.

Così, se secondo il calendario sono passati solo 12 mesi, dal punto di vista delle vacanze in terra italiana il 2021 e il 2022 sembrano appartenere a due decenni diversi.

Così la redazione di TTG Italia ha interpellato le agenzie di viaggi per tastar il polso del Mare Italia in agenzia in un anno particolarmente cruciale: l'estate 2022 sembra infatti essere quella del ritorno ai viaggi e, anche se i numeri sono ancora lontani da quelli pre-pandemia, la differenza con il 2021 è netta.

La prima notizia positiva è che in sostanza il Mare Italia è in grado di reggere ai colpi dell'aumento dei prezzi: a indicare una flessione nelle vendite è il 38,89% delle risposte, mentre il totale delle risposte di chi individua un aumento o una stabilità arriva al 61,11%. Nello specifico, a indicare una stabilità è il 33,43% delle risposte.

Dunque se una percentuale non indifferente segnala un calo è anche vero che la maggior parte dei rispondenti non registra una flessione rispetto allo scorso anno. Un segnale di come il prodotto abbia dimostrato la sua forza di fronte alle avversità. (continua sulla digital edition)


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