Turismo:
bloccati
200 milioni

di Cristina Peroglio
13/06/2013
10:53

Il turismo non è a rischio paralisi: è paralizzato già da qualche tempo.

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L'elenco dei denari per il turismo ancora fermi è lungo e articolato: "Sono bloccati, e lo saranno per altri 6 mesi, oltre 100 milioni di trasferimenti alle Regioni per i progetti di eccellenza, 8 milioni per le reti di impresa, 10 milioni per i progetti innovativi degli enti locali, oltre 5 milioni per gli ultimi 2 anni di contributi ad enti locali e associazioni per la promozione del turismo, oltre 5 milioni per i Buoni Vacanze, oltre 3 milioni per circa 2.000 pratiche di rimborso ai consumatori per il fondo di garanzia, 6 milioni per l’alta formazione professionale, 10 milioni per la programmazione di fondi strutturali. Non si trasferiscono risorse dovute all’Enit-Agenzia nazionale del turismo per l’agevolazione rilascio visti turistici (1.600.000 euro) e per la promozione anche dell’Expo (circa 3 milioni) e rischiano di non arrivare 42 milioni a favore degli operatori delle Regioni convergenza".

Questo dice il personale dell'Ufficio per le politiche del Turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha preso carta e penna e ha scritto a TTG Italia per chiarire la propria posizione sull'emendamento approvato ieri al Senato e in discussione oggi alla Camera, che definisce il trasferimento dell'ufficio sotto il Ministero dei Beni culturali. Al provvedimento, ieri TTG ha dedicato un'articolo.

Il quadro è pesante. La lettera dei dipendenti rincara la dose: "L’attuale emendamento comporterà, inoltre, una ulteriore paralisi delle attività, dovute a tutte le complesse procedure di trasferimento al Ministero per i Beni e le attività culturali delle risorse umane, strumentali e finanziarie, nonché l’impoverimento delle risorse, prevedendone la spartizione a più Ministeri. I tempi si allungano perché, dopo il Dpcm previsto dall’emendamento, tutte le risorse andranno al Ministero dell’Economia e delle finanze per poi essere ritrasferite, ai Ministeri interessati; ancora più complesse sono le procedure per la riassegnazione delle somme".

I motivi dello stop
"Il nodo della vicenda – scrive a TTG il personale -, non sono gli stipendi dei dipendenti perché quando ci sono trasferimenti, e lo sappiamo per esperienza, lo stipendio segue il personale". Lo sanno bene i 30 'superstiti' dell'ex Ministero del Turismo, che negli anni hanno vissuto una lunga serie di trasferimenti, a quali imputano "blocchi e rallentamenti delle attività, con ovvie ripercussioni sulla nostra capacità di incidere in maniera tempestiva ed efficace e di programmare azioni sinergiche. Ora siamo alla paralisi".

La paralisi, il personale dell'Ufficio la racconta così: "La situazione di incertezza sulla sorte del turismo ha fatto si che, fino a ieri, 12 giugno, non è stata delegata nessuna Autorità amministrativa per la firma di tutti quegli atti a rilevanza esterna che incidono sul mercato turistico, per non parlare dei provvedimenti di pagamento nei confronti degli enti regionali e locali, dei consumatori, eccetera".

Il grido d'allarme
L'intenzione del personale, scrivono nella lettera a TTG, non è quindi quella di protestare per un trasferimento, ma quella di "lanciare un grido di allarme perché, come noi ben sappiamo quando ci mettiamo a costruire un progetto, prima  di vararlo bisogna studiare la situazione, le criticità e poi analizzare l’impatto. Questo, ci sembra non sia avvenuto. Il mercato turistico lancia da più parti segnali di allarme per il comparto in termini di riduzione di fatturato e di occupazione e noi, che comunque uno stipendio percepiamo, siamo costretti a stare alla finestra a guardare".


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