Una giornata sul Giglio per l’ultimo viaggio della Concordia

di Claudiana Di Cesare
14/07/2014
10:47

Costa Concordia, il giorno prima.

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Sull'isola del Giglio, domenica 13 luglio, splende il sole. Può sembrare un'informazione poco importante, ma così non è. A poche ore dal countdown per l'ultimo viaggio di Costa Concordia, è proprio questo cielo terso a scongiurare rinvii e a dare il via definitivo alle operazioni.

L'isola del Giglio torna ad essere la quinta di un teatro, allestito per l'ultimo - si spera - spettacolo di un dramma lungo 2 anni e mezzo. Nelle vie che si diramano dal porto, i turisti si stringono per lasciar passare sciami nervosi di cameramen, assistenti, fotografi, giornalisti, uomini e donne con cartelle da lavoro al seguito. Sono centinaia. Si muovono veloci e compatti verso la press room allestita per la conferenza stampa, mentre, a qualche metro di distanza, un parcheggio ospita una ventina di furgoni con le fly pronte a trasmettere alle tv di tutto il mondo.

Per la "più grande operazione di recupero nel suo genere", come la definisce Michael Thamm, a.d. di Costa, è tutto pronto. E il merito, secondo il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, è tutto della compagnia di crociere. "Non dobbiamo lasciarsi andare a facili entusiasmi - ricorda Gabrielli -, ma dobbiamo ringraziare la parte privata del gran lavoro fatto finora". Un impegno che è costato 1 miliardo di dollari, al netto dei 100 milioni necessari per lo smantellamento e ad eventuali indennizzi per l'isola. Perché il Giglio, involontaria bara di 23 morti ingoiati dall'acqua, è una delle vittime principali di questa tragedia e vuole che i riflettori puntati sulla sua costa, dopo 31 mesi di assedio, siano finalmente spenti.

"Vogliamo tornare alla nostra vita", dice Carla dal bancone del suo bar. "Vederla tutti i giorni lì è triste" ammette il proprietario di un bazar vicino al porto, riferendosi a quella che i gigliesi chiamano, ormai, 'la nave'. Intanto, a pochi metri di distanza, la Concordia riposa, abbandonata e silenziosa.

Solo i traghetti le passano accanto. A bordo, qualcuno la immortala nell'ultima fotografia; altri la osservano con la coda dell'occhio, a testa bassa. Come se fosse possibile ignorare le sue 112mila tonnellate e la sua incredibile storia.


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