Mercato immobiliare: in Italia
settore alberghiero a +40%

di Isabella Cattoni
05/07/2023
14:47
 

La sfida continua. I dati relativi al trend del mercato immobiliare alberghiero italiano sono improntati all’ottimismo, ma la strada da percorrere è ancora lunga.

Fra i temi all’ordine del giorno, la frammentazione dell’offerta italiana, inadeguata a sostenere la concorrenza dei colossi internazionali, e la necessità di riqualificare un patrimonio immobiliare vetusto. Ma anche una dimensione delle strutture alberghiere, che hanno in media 33 camere, che rende inefficiente e difficile una gestione necessariamente basata sulle economie di scala.

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Da qui, “la necessità di intraprendere best practice come destagionalizzazione dell’offerta, riqualificazione degli asset immobiliari, riequilibrio fra brand italiani e internazionali e maggiore attenzione a efficienza energetica, sostenibilità e al capitale umano, vero motore della qualità in hotel” puntualizza durante Hospitality Forum Giampiero Schiavo, a.d. di Castello Sgr.

Il dato mondiale
In dettaglio, il 'Rapporto 2023 sul mercato immobiliare alberghiero' presentato da Castello Sgr e Scenari Immobiliari evidenzia come gli investimenti immobiliari alberghieri mondiali nel 2022 siano diminuiti dell’1,5% rispetto al 2021, toccando i 72 miliardi di euro, mentre a livello europeo il dato si è mantenuto sostanzialmente simile a quello del 2021, con un fatturato di 20,5 miliardi contro i 21,2 del 2021. Nel 2023 la previsione indica 19,5 miliardi, con la prospettiva di un nuovo balzo in avanti dal 2024, con 25 miliardi stimati.

La realtà italiana
Buone notizie sul fronte italiano: il 2022 si chiude con un +40% del fatturato complessivo pari a 3,5 miliardi di euro e nel 2024 è atteso il riallineamento ai valori del 2019. A crescere è il peso delle catene alberghiere, attratte da alcuni punti forti dell’Italia come la grande concentrazione di mete a vocazione luxury, come è il caso ad esempio della Puglia o di Cortina. Da segnalare poi gli ambiziosi progetti su alcune mete come Roma, che si prepara nei prossimi anni ad aggiungere oltre 2mila camere nel segmento luxury.

Gli investimenti
Sul fronte degli investimenti, se nel 2022 il mercato immobiliare alberghiero a livello mondiale ha messo a segno una spesa di 72 miliardi di dollari, in Europa i miliardi investiti sono stati 15 (-10% sul 2021) e in Italia 1,7 (-7% sul 2021).
L’evoluzione dell’offerta in Italia vede nel 2022 un incremento di strutture dell’1% rispetto al 2021, con un +7% dei 5 stelle e 5 stelle lusso, un +3% dei 4 stelle e 4 stelle superior e una contrazione del numero di 1,2 o 3 stelle.

Ma attenzione, avverte Fabio Primerano, presidente di Federalberghi Lombardia in un successivo panel, quello del lusso non deve essere l’unico segmento sul quale investire, perché “nel settore alberghiero, compresa la ristorazione, lavora un milione di persone, che non si mantiene solo con il lavoro dei 5 stelle. Il 78% delle strutture è oggi a una, due e tre stelle. Inoltre, il cliente di lusso è estremamente volubile e volatile e cambia facilmente destinazione. Non basta investire in immobili di pregio; bisogna puntare anche su capitale umano e infrastrutture, tutti fattori che concorrono a offrire quella qualità della quale ormai il cliente non vuole più fare a meno”.


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