Americani, è boom
“ma numeri destinati
a diminuire
già nel 2024”

di Amina D'Addario
18/07/2023
08:07
 

Il boom del turismo americano verso le destinazioni italiane, oggi favorito dal dollaro forte e dalla riattivazione dei collegamenti aerei, è destinato se non a interrompersi, almeno a rallentare. Secondo gli operatori dell’ospitalità, saranno infatti le sessantesime elezioni presidenziali del 2024 a frenare una corsa all’apparenza inarrestabile.  

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“Il prossimo anno - sottolinea Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto - dobbiamo probabilmente attenderci una leggera flessione dei turisti dagli States, che durante le tornate elettorali tendono di solito a viaggiare meno. È una tendenza ciclica, di cui siamo ben consapevoli ed è per questo che stiamo cercando di riposizionare la nostra offerta su mercati ad alta capacità di spesa come India e Cina”.

Conferma il trend Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma: “Normalmente è così, sei mesi prima delle elezioni, gli americani cominciano a limitare gli spostamenti. Ma non siamo preoccupati, perché se da una parte gli americani potranno perdere terreno, dall'altra vedremo tutti i flussi da Hong Kong, Corea, Indonesia e soprattutto Cina finalmente tornare a regime. Dovrebbe poi toccare il picco anche il Sud America che, a parte le buone performance di Brasile e Messico, non ha ancora recuperato i volumi del pre-pandemia”.

Equilibri diversi
Che gli equilibri saranno diversi lo sostiene del resto anche Aldo Werdin, presidente di Federalberghi Liguria: “Per bilanciare il prevedibile rallentamento degli americani, dovremo per forza puntare su altre nicchie di turisti altospendenti. Con investimenti mirati bisognerà puntare di più sul Sud America, ma anche su mercati di nicchia come India, Hong Kong, Myanmar e Indonesia. Se finalmente terminerà la guerra Russia-Ucraina, forse riusciremo anche a rivedere qualche russo”.  

Secondo Fabio Primerano, presidente di Federalberghi Lombardia, sono, invece, diversi i fattori capaci di influenzare la domanda dagli Stati Uniti: “Più che le elezioni, che potranno incidere sulle settimane immediatamente precedenti o successive al voto, credo che continuerà a essere la congiuntura economica e il cambio favorevole a condizionare i comportamenti degli americani. Detto questo, ritengo che l'anno prossimo assisteremo a una vera e propria ondata di turisti cinesi”.


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