Starlight room sulle Dolomiti: in Veneto è polemica

16/02/2024
13:27
 

È un caso che fa discutere: le ‘starlight room’ nel cuore delle Dolomiti rappresentano l’ultima frontiera del turismo di lusso. Queste costruzioni in vetro e legno adagiate sulle cime delle Dolomiti consentono una vista mozzafiato – giorno e notte – sulle montagne circostanti ma, almeno secondo alcuni, bisognerebbe bloccarne la realizzazione.

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“Il trasporto è in fuoristrada d’estate, in motoslitta d’inverno” spiega in un’intervista rilascia a La Repubblica Raniero Campigotto, storico gestore del rifugio Col Gallina, che ad oltre duemila metri di quota ha installato in via sperimentale due di queste strutture. Presto in Veneto potrebbero comparirne 172, come da proposta di legge presentata dalla giunta regionale. Le starlight room potranno sorgere anche a quote uguali o superiori al 1.600 metri, in deroga all’attuale normativa urbanistica regionale, che a quell’altitudine consente solo rifugi, malghe e bivacchi.

Potranno esserne installate due per Comune montano, che in Veneto sono 86.  “Microalberghi d’alta montagna? Sono stanze emozionali, da due posti, rimovibili”, dice Federico Caner, assessore regionale al Turismo.

Renato Frigo, presidente del Cai Veneto, si è già espresso contro il progetto: “Il rischio è che tutto diventi un parco divertimenti, e la montagna non può essere Disneyland. Ma ci siamo posti anche il problema della sicurezza: ci potrebbe essere il rischio di incentivare i turisti anche meno attrezzati, banalizzando anche la salita in montagna in inverno, cosa che invece non è semplice e bisogna prestare molta attenzione”.


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