L'Enit sta cambiando, ma ha bisogno di risorse. Non si stanca di ribadirlo, Andrea Babbi. "L'Agenzia è in una fase di transizione - spiega il direttore - che era già stata avviata prima e che ha subito un'accelerazione con il commissariamento".
Ma non ci sono scorciatoie: per ottenere una nuova Enit "non bastano le chiacchiere - afferma - servono anche i soldi". Il paragone con le risorse messe in campo per la promozione dai Paesi competitor è, secondo Babbi, esemplificativo. "Non possiamo immaginare che possa esistere un'agenzia nuova - spiega Babbi - se non è in grado di competere con i nostri concorrenti". L'Enit conta 23 sedi, "mentre la Francia e la Spagna hanno 33 sedi, la Germania 41".
Non meno rappresentativi i numeri su dipendenti e bilancio. "In Italia abbiamo 175 risorse e 25 milioni di euro - continua Babbi -, contro i 378 dipendenti e i 69 milioni di budget della Francia, o i 409 dipendenti e i 103 milioni della Spagna". In sintesi, l'agenzia va supportata con investimenti adeguati perché sia in grado di svolgere il suo lavoro, specie in vista degli appuntamenti del 2015.
"L'Expo è un'occasione di fondamentale importanza - conclude il direttore - e dobbiamo crederci veramente, essere i primi ambasciatori, chiedendoci non cosa può fare Expo per noi, ma cosa possiamo fare noi per Expo".