Un pacchetto di misure dedicate ai quasi mille rifugi alpini italiani, per contrastare l’abbandono dei territori in quota e incentivare il turismo. Questo quanto prevede il disegno di legge ‘Montagna’, la cui bozza parla di “misure specifiche per le strutture ricettive ubicate in zone di montagna, finalizzate all’escursionismo e all’alpinismo”.
In passato venivano indicati i rifugi “in zone disagiate e isolate”. Il punto, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, è che non esiste una definizione ufficiale di rifugio, bivacco e punto di ricovero perché la materia è affidata alle amministrazioni locali.
“Si è voluto dare la giusta attenzione a delle strutture che, nonostante abbiano dei costi di gestione elevati e una stagionalità spesso molto limitata, svolgono un attività di presidio importantissima in località spesso difficilmente accessibili” precisa l’eurodeputato Alessandro Panza della Lega.
“Servono le risorse perché i rifugi alpini hanno sofferto molto durante i quasi trenta mesi dell’emergenza sanitaria causata dal Covid. Poi i fondi devono essere sbloccati dal Mef" dice Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, che lancia la proposta di creare delle Zes d’alta quota. "Quei 200 milioni stanziati non bastano perché per le aree montane italiane servono 2 miliardi l’anno per un decennio - continua Bussone -. L’economia dei rifugi è analoga a quella delle altre imprese della montagna, per cui servono incentivi economici e fiscalità differenziata per esempio, portando l’Iva al 4% per tutti i prodotti acquistati e consumati in montagna”.
