La guerra dei dati
Prospettive
per l'incoming

di Cristina Peroglio
14/01/2014
08:59

Con l'inizio dell'anno ricomincia la solita ridda di dati che caratterizza l'incoming italiano. Fra consuntivi 2013, parziali stagionali e previsioni 2014, la confusione rischia di essere totale.

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E questo è il primo dato da non trascurare: sono necessari numeri omogenei e credibili per pianificare qualunque strategia.

Ad una prima analisi, il 2013 sembra essere stato un anno difficile, conclusosi però con un secondo semestre più positivo. A risollevare le sorti, i flussi internazionali. Lo dice Unioncamere, che definisce per il 2013 una chiusura a +4,4 per cento nei numeri di occupazione camere in Italia. Anche Federalberghi, ammette che la chiusura d'anno ha portato in positivo le presenze in hotel, ma lo limita a un +0,27 per cento, con un calo di fatturato dell'1,4 per cento. Il problema resta quello del mercato italiano, ancora fermo e in arretramento.

Le previsioni per il 2014, invece, sono tutte positive. Almeno per i mercati internazionali.

Si va dal Trip del Ciset, che stima un +3,1 per cento per i flussi dall'estero verso l'Italia all'outlook di Enit, che evidenzia come il 71 per cento dei tour operator stranieri preveda un incremento di vendite sull'Italia per l'anno in corso.

Sul turismo domestico, nessuno azzarda previsioni.

Se è vero, quindi, che la base su cui si dovrà poggiare per il 2014 è quella del turismo internazionale, allora diventano urgenti alcune misure che il Governo promette da tempo ma che ancora sono ferme al palo. Prima fra tutte una politica dei visti che permetta di rendere più agevole l'accesso al Paese e una spinta ulteriore alla promozione internazionale.

Il tutto all'interno del decreto Valore Turismo, che pensi anche e soprattutto alle imprese. Le richieste stanno arrivando, in questo inizio anno, da diverse fonti. Il Governo dovrà ascoltare.


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