Modello charter
da rivedere
La sentenza
del mercato

di Andrea Guerra
29/09/2015
09:45

Il modello classico del volo charter che il turismo ha conosciuto fin qui sembra oggi in crisi.

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Si moltiplicano le voci degli operatori che concordano sulla convergenza tra charter e linea e sulla necessità di rivedere un modello che nel presente sembra non funzionare.

"Charter, linea e low cost sono tre mondi che stanno pian piano convergendo - è il parere di Fabio Landini, direttore generale di Press Tours -. I charter possono esistere oggi solo se sostenuti da operatori solidi. E noi siamo l'esempio di questo discorso". Il riferimento del manager va a Neos, che “può essere paragonato a un vettore di linea a tutti gli effetti, non solo dal punto di vista legale, ma anche perché gli investimenti da 9 milioni di euro messi in campo dal gruppo per la sua crescita ne fanno un punto di riferimento per i collegamenti aerei".

D'accordo, almeno in parte, Fabio Lazzerini, direttore generale di Emirates per l'Italia: "Nel mercato c'è spazio sia per i vettori di linea che per i charter. Bisogna però - specifica il manager del vettore di Dubai - fare i conti con il cambiamento del consumatore. E quindi ogni scelta in questo senso deve rispondere a questa visione". Secondo il d.g. Emirates Italia anche le grandi compagnie di linea possono lavorare al fianco degli operatori: "Noi lo abbiamo fatto e lo testimonia il caso Mauritius. In linea generale il leisure rappresenta oggi il 15 per cento del nostro fatturato".

Il punto di vista di chi programma e poi distribuisce e vende è interpretato da Enzo Carella, a.d. Uvet Itn: "Le compagnie di linea sono attori globali del mercato turistico: chi ha investito sul point-to-point ha saputo guadagnare sul leisure e quindi prendere il posto dei charter".


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