Una giornata di fuoco, in senso reale e in senso figurato. E nel giro di poche ore Fiumicino si è trovato nell’occhio del ciclone.
Prima l’attacco frontale da parte di Alitalia, prima compagnia sullo scalo con il 50 per cento del traffico totale, che ha minacciato di rivedere i piani sull’hub, fino all’ipotesi di abbandono. Poi l’incendio nella pineta confinante, con il blocco dei voli, il caos in aeroporto, le ripercussioni in tutta Italia, fino all’intervento del premier Matteo Renzi, che ha chiesto un intervento urgente al ministro degli interni Angelo Alfano, parlando di situazione intollerabile. E oggi non manca chi mette in campo anche l’ipotesi di un sabotaggio studiato ad hoc.
Ma se la vicenda del rogo altro non sembrerebbe che frutto di una triste coincidenza, lo scontro tra Az e Adr appare destinato a protrarsi, con sviluppi al momento ancora tutti da definire. La società di gestione di Fiumicino ha affidato ieri a una nota la risposta all’attacco frontale dell’amministratore delegato del vettore, Silvano Cassano. Nessun commento sulle cifre diffuse in merito ai danni subiti (80 milioni di euro), ma “Adr ritiene essenziale, invece, sottolineare che è in corso di realizzazione un piano di investimenti da circa 11 miliardi – spiega il comunicato -, che è stato possibile avviare solo nel 2013 in seguito all’approvazione del contratto di programma, dopo oltre 10 anni di limbo causato dall’assenza del contratto”.
Quanto poi al proseguimento degli effetti negativi del blocco del Terminal 3 rilevata da Alitalia, Adr si affida alle cifre: “Negli ultimi tre mesi la crescita del sistema aeroportuale romano è stata del 5,6 per cento, nonostante gli effetti dell’incendio, e che oggi l’aeroporto di Fiumicino è in una situazione di piena ed efficiente operatività con punte giornaliere di oltre 140 mila passeggeri (+7,3 per cento nell’ultima settimana)”.
