Turismo, non per caso

Stefano Crugnola, Agente di viaggi, per passione

Cosa serve all'incoming italiano?

24/11/2014
10:38
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Cosa serve all'incoming italiano? Domanda semplice, risposta complessa, dalle molte componenti (eccone solo alcune, non in ordine di importanza):
- EXPO, speriamo...;
- promozione all'estero della destinazione Italia;
- trasporti e mobilità sul territorio;
- prezzi (Iva, fiscalità, tassa di soggiorno, ecc);
- revisione del itolo V della Costituzione;
- lavoro della nuova ENIT.

Per iniziare vorrei partire proprio da questo ultimo punto: l'Enit, anzi la nuova Enit.
Dopo lo scandalo di Promuovitalia (braccio operativo dell'Enit) messa in liquidazione dal ministro dei Beni Culturali, con delega al Turismo..., Dario Franceschini ha commissariato la stessa Enit (Agenzia  nazionale del Turismo), una decisione che molti altri non hanno avuto il coraggio di prendere prima.

Il futuro del turismo italiano dipenderà in buona parte dalla legge n. 106 del 29 luglio 2014 (conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo), che tra l'altro prevede la trasformazione dell'Enit da ente pubblico (cioè statale) a ente economico (cioè di tipo privatistico) col relativo nuovo statuto (con o senza Direttore Generale? Con maggiori poteri del Presidente? E questo sarà un tecnico o un politico?) e soprattutto il netto taglio degli sprechi e dei costi di gestione del passato (ma ce la faranno?).

Il commissario straordinario di Enit, Cristiano Radaelli, sta affrontando il tema della riorganizzazione delle nuova Agenzia nazionale del Turismo e del relativo (discusso) portale Italia.it, da poco tempo sotto la diretta gestione di Enit.

Durante il recentissimo Barcam sul futuro del turismo italiano organizzato dalla Camera dei deputati, Radaelli ha dichiarato che la nuova Enit non rinuncerà alle romozioni tradizionali, ma che entrerà in modo competitivo sul web e sui social poichè "oltre il 50 per cento dei turisti nel mondo sceglie una destinazione dopo aver guardato Internet... con strumenti più incisivi per presentare l'Italia". Li aspettiamo, fiduciosi.

Inoltre, direttamente sul sito enit.it, si legge: "trasformare l’Agenzia in una struttura al servizio delle imprese, come richiesto dal Governo e dal Parlamento”. Un approccio innovativo, che molti vedono con favore, vedremo.

Quello che a questo punto auspico di cuore è che l'Italia sia promossa come un prodotto turistico unico e come brand Paese, principalmente da un'Enit forte nel mondo.

Certamente però, il turismo italiano non ha bisogno solo di un'Agenzia efficiente, ma anche dello sviluppo dell’intermodalità treno-aereo, di hotel più moderni (e classificati secondo nuovi concetti), della connettività a banda larga, di una comunicazione ben strutturata e univoca, di semplificazioni e agevolazioni fiscali.
Ma credo che il prossimo passaggio debba essere la revisione del Titolo V della Costituzione.

Il dramma è che tutte queste cose, ormai, non potranno essere fatte prima di Expo 2015, un vero peccato.

Inoltre sono convinto che si debbe facilitare il dialogo fra pubblico e privato e che si riesca a dare un maggior riconoscimento alle professioni della filiera turistica, diffondendo anche una e propria cultura del turismo.

Tornando al discorso della "promozione" dell'Italia, forse in questo momento non ci resta che accontentarci della puntata di Peppa Pig che viene in vacanza in Italia...!?

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