Tassa per chi vola
da Venezia, Save:
“Si rischia di perdere
compagnie aeree”

27/12/2022
08:02
 

Dopo la condanna delle low cost, anche la società di gestione dell’aeroporto di Venezia, Save, esprime “preoccupazione” e “sconcerto rispetto all’improvvisa e improvvisata decisione dell’Amministrazione comunale di introdurre una tassa di 2,50 euro per tutti i passeggeri in partenza dal Marco Polo a partire dal 1° aprile 2023”.

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In una nota la società di gestione sottolinea inoltre di aver “appreso la notizia solo dai giornali”. “Senza alcun confronto con la Società di gestione dell’aeroporto - scrive -, il Comune ha deciso unilateralmente di istituire una nuova gabella a carico dei passeggeri, colpendo in particolare i cittadini veneti che rappresentano circa il 40% dei passeggeri complessivi dello scalo, e creando estrema apprensione e disorientamento anche tra operatori economici e turistici, in particolare tra le compagnie aeree”.

Un nuovo balzello
L’azienda si dice preoccupata “per gli effetti che un ulteriore balzello provocherebbe sicuramente sui voli e sull’economia del territorio veneto”, ricordando che “le attuali tariffe a carico dei vettori, applicate da tutti gli aeroporti italiani, si compongono di oneri aeroportuali per i servizi forniti dagli scali e di un’addizionale comunale, introdotta nel 2003 e incrementata negli anni, da ultimo nel 2015, ad oggi di 6,50 euro, 5 dei quali versati all’Inps e 1,5 versati all’Erario, che a sua volta ne gira una parte al Comune di riferimento. La nuova tassa di 2,50 euro – continua Save - si va dunque a sommare alle precedenti, con oneri che, come manifestato tra gli altri da Aicalf, l’associazione delle compagnie low cost, costringerebbero i vettori a rivedere i propri investimenti in laguna, a danno non solo del turismo, ma anche delle aziende che utilizzano l’ampia offerta voli dello scalo per raggiungere mercati esteri”.

La tassa, continua Save, “abbatte in modo rilevante il margine per passeggero delle compagnie aeree e determina scelte di spostamento degli aeromobili su altri aeroporti a livello nazionale e internazionale. Una cifra apparentemente contenuta come 2,50 euro, infatti, implica per i vettori l’erosione del margine unitario per passeggero in un range fra il 40 e il 60 per cento e può dunque portare a spostamenti anche su scali vicini che non applichino questo ulteriore balzello”.

I rischi
Per l’azienda c’è il rischio “tangibile di un allontanamento delle compagnie aeree dallo scalo, che determinerebbe un danno per tutto il territorio, indebolendo tra l’altro quei flussi turistici che, per le loro proprie ed evidenti caratteristiche, portano maggiore ricchezza, con permanenze medie più elevate in città e nel Veneto. Oltre a ciò, la nuova tassa andrebbe a detrimento dei residenti nel Veneto, che nel 2022 hanno costituito circa il 40% del totale passeggeri in partenza dal Marco Polo”.


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